martedì 23 ottobre 2012

... a proposito di PD



Se in Italia non ci fossero i poteri forti, istituzionali, i partiti, i politici, i manager, i banchieri, i petrolieri, il Vaticano, si starebbe veramente bene. I ladroni di destra e di sinistra stanno scaldando i motori per la grande farsa delle elezioni politiche dell'anno prossimo. Si rottamano i vecchi orsi per crearne di nuovi. Così anche Renzi, passato dalla "ruota della fortuna" di Mike Buongiorno a sindaco di Firenze, adesso nelle mani del suo guru, quello del grande fratello, si è creato una nuova verginità per blissare Bersani. Il letame che ripulisce se stesso. Le elezioni sono un’illusione di libertà, per tanti motivi. Perché la maggioranza vince e le minoranze sono destinate a soccombere; perché in ogni caso il meccanismo della delega conferisce il potere a una minoranza di individui che decidono per tutti; perché consolidano un sistema gerarchico nel quale la libertà è ridotta al simulacro della rappresentanza istituzionale; perché giustificano il disordine sociale in cui c’è chi ha tutto e chi non ha niente; perché alimentano una casta parassitaria e autoreferenziale di burocrati. E allora? Noi anarchici invitiamo all’astensione, al rifiuto della delega, all’assunzione di responsabilità da parte di ciascuno. L’organizzazione sociale, la produzione e la distribuzione della ricchezza, la cura delle nostre città, l’esercizio delle libertà individuali e collettive, il rispetto dell’ambiente, sono cose troppo importanti per essere delegate a poche persone. Quello che proponiamo non è il disinteresse di chi diserta le urne per qualunquismo o sterile disaffezione. Il nostro astensionismo è attivo e rivoluzionario perché fa parte integrante di un approccio alternativo alla cura del bene comune, basato sull’autorganizzazione e la gestione diretta delle risorse da parte delle comunità che si autogovernano. Questo è possibile anche partendo dalle cose semplici: dalle assemblee di quartiere all’autoproduzione, dall’erogazione allo scambio solidale di beni e servizi, dalla costruzione di reti di mutuo appoggio alla creazione di organismi di base e di lotta nei quartieri e nei posti di lavoro. E tanto altro ancora. Noi non promettiamo niente, e non chiediamo voti. Il nostro programma è quello di sempre, e presuppone l’impegno di ciascuno: costruire libertà e uguaglianza nella solidarietà.

Ma chi sono gli amichetti di Matteo Renzi?

Torniamo un po' indietro e impariamo a conoscere questo giovane che avanza. La prima cosa che ogni cittadino dovrebbe fare prima di gridare “è lui l'alternativa” dovrebbe informarsi un po' e informarsi su Renzi non è così difficile. Renzi è figlio di un Democristiano, Tiziano Renzi, ex consigliere comunale che ha sempre spianato la strada al figlio per fargli raggiungere sempre più ampi poteri. Il padre di Renzi è definito gran signore della Margherita e della Massoneria in Toscana. Il feudo incontrastato della famiglia Renzi è il Valdarno, dal quale si stanno allargando a macchia d'olio. Il padre di Matteo controlla dalla metà degli anni '90 la distribuzione di giornali e di pubblicità in Toscana. Questo, unito agli affari con la Baldassini-Tognozzi, la società un po' edile e un po' finanziaria che controlla tutti gli appalti della Regione, spiega l'ascesa di Matteo Renzi. l'israeliano Yoram Gutgeld, senior partner e direttore di McKinsey, una delle più famose società di consulenza al mondo. Non uno qualunque. L’autore è infatti l’israeliano Yoram Gutgeld, senior partner e direttore di McKinsey, una delle più famose società di consulenza al mondo, quella di Roger Abravanel tanto per intenderci. Un colosso che sforna top manager uno dopo l’altro. Solo per fare due nomi: Corrado Passera, ex amministratore delegato di Banca Intesa oggi ministro per le infrastrutture; e Alessandro Profumo, già numero uno di Unicredit oggi presidente del Monte dei Paschi . E ancora: Guru di Renzi è Gori, uomo già di Rete Quattro, di Fininvest e direttore di Canale 5 nella prima metà degli anni '90, successivamente fonda la casa di produzione Televisiva Magnolia famosa per aver importato in Italia format quali il Grande Fratello o l'Isola dei Famosi e ultimamente di X Factor. Si può dire il perfetto esempio di quella cultura berlusconiana. La vostra è l'Italia che non vogliamo, perchè Renzi è una marionetta dei poteri forti. Per ultimo voglio sottolineare i punti disfattisti del programma, testo tratto dalla commedia dell'arte berlusconiana a montiana: .... "40. Completa riorganizzazione della medicina sul territorio: radicale cambiamento del ruolo della medicina di base. Abolizione dell’attuale ruolo del medico di medicina generale. Creazione di ambulatori polispecialistici sul territorio. Consorzio dei medici di Medicina generale." "42. Chiudere tutti gli ospedali con meno di 100 posti letto e che non abbiano un servizio di anestesia e rianimazione aperto 24 ore su 24. Questi dovrebbero essere ospedali per pazienti cronici a lunga degenza a bassa intensità di cure ma a basso costo. Dovrebbero essere di supporto agli Ospedali ad alta complessità e alto costo, i quali dovrebbero esclusivamente gestire la fase acuta e poi inviare a strutture con costi ridotti. Ne consegue anche la necessità di un’assistenza domiciliare efficace e ben coordinata. Nei grandi ospedali bisogna cancellare i doppioni, la moltiplicazione dei reparti ad alto costo e ad alta tecnologia creati solo per moltiplicare i ruoli direttivi." .... "71. Scegliere le grandi opere che servono davvero Rivedere il piano delle infrastrutture alla luce di criteri di valutazione economica. Puntare sulle (poche) grandi opere che servono e soprattutto sulle tante piccole e medie opere delle quali il Paese ha davvero bisogno." Ovvero come dire nulla usando paroloni complessi? Poi non può mancare il classico punto sull'istruzione che sembra non poter mancare dagli anni '80 in poi: "82. Abolizione del “valore legale” del titolo di studio. Introdurre nei concorsi della Pubblica Amministrazione criteri di valutazione dei titoli di studio legati all’effettiva qualità del percorso formativo dei candidati." E le pecorelle lo voteranno, che schifo!!!!!


martedì 16 ottobre 2012

Apre l'osteria «L'è maiala» dove paghi col baratto

fonte: http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2012/5-settembre-2012/apre-osteria-l-maiala-dove-paghi-col-baratto-2111704528659.shtml


Chi vorrà, invece di saldare il conto in modo classico, cioè mettendo mano al portafoglio o alla carta di credito, potrà farlo scambiando la cena con frutta, verdura, pezzi di artigianato


La finanza ha gettato il mondo nel tunnel di una crisi apparentemente senza fine? Per uscirne, si può sempre tornare al baratto. Questa la ricetta economica suggerita da un'osteria di prossima apertura a Firenze, dove chi vorrà, invece di saldare il conto in modo classico, cioè mettendo mano al portafoglio o alla carta di credito, potrà farlo scambiando la cena con frutta, verdura, pezzi di artigianato. Il locale, che avrà 40 posti ed un look da taverna tradizionale ma «con un tocco più chic, e sarà il primo del genere in Italia», garantisce la titolare Donella Faggioli, avvierà le attività alla fine di settembre e si chiamerà «L'è maiala», espressione toscana che chic proprio non è ma che indica, con efficacia, una situazione molto difficile da affrontare.
«Come la crisi che tutti oggi stanno vivendo - spiega Donella - e che noi, per venire incontro a chi, in tempi di ristrettezze non vuole comunque rinunciare a qualche cena fuori, combattiamo offrendo la possibilità di pagare in beni reali anziché con i soldi». Potrà trattarsi di prodotti della terra, ma anche di manufatti d'antiquariato, modernariato, «cose concrete insomma, e possibilmente legate alla tradizioni e ai costumi toscani: non vogliamo certo diventare un incrocio tra un'osteria e un robivecchi». Chi intenderà barattare, anziché saldare il conto in moneta, dovrà però farlo per telefono, al momento della prenotazione. «A quel punto - spiega ancora la titolare - si aprirà una trattativa di scambio da cui verrà fuori, in caso di accordo, il menù offerto a fronte di un paniere di cose che accetteremo in pagamento». Nel locale, nato da un'idea dell'agenzia Stranomondo (la stessa che ha ideato il Circo Nero) si servirà rigorosamente cucina tradizionale toscana. «Quella della nonna, tanto per intendersi - conclude Faggioli - A prezzi, ovviamente, popolari e anticrisi».


giovedì 11 ottobre 2012

DISASTRO AD-PERSONAM, FUTURO INCERTO PER I LAVORATORI




In riferimento al presidio di protesta, organizzato da CGIL CISL UIL Pubblica Amministrazione, in Piazzale Fiume, contro i tagli delle proprietà immobiliari e contro un futuro lavorativo incerto e più volte denunciato, ma mai ascoltati, l’USIS (Unione Sindacale Italiana Sanità) di Parma è solidale ed al  fianco delle lavoratrici e lavoratori delle strutture AD-PERSONAM, seppur in disaccordo nei riguardi dei organizzazioni sindacali confederali in quanto colpevoli di aver tardato anni prima di farsi sentire.
Ribadiamo oggi, come ieri, che la situazione odierna è il frutto di anni di mal gestione delle risorse perpetrata gli anni scorsi, a discapito degli ospiti ed operatori.
Un debito, quello dell’ASP, che assomiglia ad una voragine di milioni di euro: complessivamente, partendo dal 2010 ad oggi il buco da un passivo di 2.553.572,18 euro, si sommano  a quello 2011 di 2.150.048,00, ai quali dobbiamo sommare il preventivo passivo 2012 ed arriviamo alla bellezza di 5.438.923,00 (dati tratti da fonte ASP e Associazione Carta Canta).
La prima impressione è quella che se nel 2010 abbiamo già un buco di ben oltre i due milioni di euro, il debito risale a prima della scellerata giunta Vignali, quella degli scandali, ma dobbiamo inevitabilmente aggiungervi anche quella di Ubaldi.
Ecco quindi il via all’asta immobiliare, smembrare per coprire la buca, con magari un po’ di sabbia,
buona abitudine che la nuova giunta a 5 stelle sta adottando, anche se la situazione è stata evidentemente ereditata.
Per avviare il Welfare Community Centre (neanche fossimo a New York) di via Budellungo, si aprirà un bando europeo della durata di 90 giorni per la vendita delle strutture Stuard, Romanini, Villa Parma, operazione votata favorevolmente dal Presidente Giancarlo Cattani, i consiglieri Aldo Maggi e Mauro Cappellazzi, e dalla direttrice dell’ASP Simona Colombo (con qualche riserva).
In tutta questa operazione si è evitata la consultazione della Conferenza Socio Sanitaria guidata da Vincenzo Bernazzoli (direttiva Regionale 624 del 2004 che sancisce l’obbligo di parere della Conferenza), fatto grave, ma il comune ha lanciato una nota pubblica, cioè che secondo loro non era obbligatoria, quindi hanno proceduto senza, insomma come si suole dire per una legge c’è sempre una scorciatoia.
Siamo fin troppo abituati a queste operazioni, ma ciò che si dimentica è che in tutta questa brutta vicenda, chi ne paga le conseguenze siano i dipendenti, cioè coloro che in pratica lavorano, in uno stato precario, con mancanza di fondi indispensabili per l’approvvigionamento dei presidi, per le cure e di tutela degli ospiti.
Ora capiamo come mai gli operatori OSA, dopo l’aggiornamento obbligatoria per legge ad OSS terminato nel 2008, non vedono ancora riconosciuto il loro nuovo titolo ne a livello amministrativo, ne come aggiornamento in busta paga; ecco perché il loro numero non è mai cresciuto in questi anni, anzi per far fronte alla carenza, non essendoci i soldi per attingerne dall’esterno, hanno reimmesso in turno coloro che, per patologie gravi e documentate a termine di legge e comprovate dal medico della “medicina preventiva”, rientravano in regime di fuori turno; ecco perché non sono mai stati aggiornati i parametri dei vari reparti che negli anni hanno subito, in termini di patologie dei nuovi ingressi e relativo aumento dei carichi di lavoro; ecco perché a fine anno scadrà il contratto con la cooperativa che attualmente gestisce gli infermieri e non si sa se verranno riconfermati.
L’USIS  denuncia questo grave stato di abbandono e incertezza per il futuro di tutti i lavoratori dell’ASP, si unisce alla protesta chiedendo che sia fatta luce sul futuro, opponendosi allo smembramento ed alla svendita delle strutture, affermando che la sanità deve rimanere pubblica non merce di scambio per la quadratura dei conti.
L’Unione Sindacale Italiana Sanità di Parma, inoltre, chiede l’aggiornamento ad OSS della figura professionale ora denominata OSA.



USIS PARMA                                                           Malandra Fabio Giovanni

lunedì 1 ottobre 2012

La strage del pane, Palermo 19 ottobre 1944






19 ottobre 1944 – Palermo: “La strage del pane”, 24 i morti.Il 1944 è un anno terribile per Italia, al Nord martoriata dai rastrellamenti nazisti, al Sud ferita dai recenti bombardamenti e senza pane, senza vestiti, con pochi mezzi di prima necessità.
Nel settentrione si compiono i gravi eccidi nazisti (il 12 agosto Sant’Anna di Stazzema), nel meridione avvengono stragi di inermi cittadini per “fuoco amico”.
A Palermo oggi sono pochi quelli che ricordano gli eventi del 19 ottobre del ’44, una luttuosa giornata sulla quale non esistono pubblicazioni ufficiali, testimonianze, fotografie, testi.
È merito dell’Amm.ne Provinciale averne ricordato almeno i nomi delle vittime con una lapide apposta cinquant’anni dopo, il 19 ottobre 1994, nell’atrio di Palazzo Comitini, all’epoca della strage sede della Prefettura e dell’Alto Commissario per la Sicilia.
Comincia la mattina del 19 ottobre, giovedì: gli uffici comunali rimangono deserti, per l’astensione dal lavoro dei dipendenti.
Neppure i postelegrafonici e i ferrovieri si recano al lavoro.
È sciopero contro il carovita, come in tante altre parti del paese, è la rabbia di chi soffre gli stenti della ripresa, mentre i “baroni” ed i padroni del “mercato nero” mantengono i privilegi ed aumentano le loro ricchezze.



Gli scioperanti chiedono salari adeguati, ma soprattutto pane e pasta, da mangiare per tutti, e si uniscono i disoccupati, i muratori, i giovani e si fa il corteo al grido di “Pane! Pane!”, un corteo sempre più lungo, che a mezzogiorno parte dalla storica Piazza Pretoria, chiamata da sempre “Piazza della Vergogna” per la nudità delle statue che adornano la monumentale fontana al centro della piazza e che oggi farà onore al suo nome.
Scende, il corteo, la breve scalinata che immette sulla via fatta costruire a fine ‘500 dal vicerè, duca di Maqueda, per ospitarvi i palazzi della nobiltà, e si dirige, snodandosi nello splendore barocco che scontra la miseria delle plebi affamate, verso il nobile edificio di Palazzo Comitini, opera del celebre Nicolò Palma commissionata da Michele Gravina, “primo principe” dello splendido borgo di Comitini.
Lì, nello storico Palazzo ha sede la Prefettura, presidiata da una trentina fra poliziotti e carabinieri, ma il Prefetto non c’è e nemmeno l’Alto Commissari, così  i manifestanti che chiedevano di essere ricevuti in delegazione dalle autorità cominciano a scalpitare suscitando i timori del vice-prefetto Giuseppe Pampillonia che invoca l’intervento dell’esercito ed ottiene l’invio di 50 soldati del 139° fanteria “Sabaudia” guidati dal sottotenente Calogero Lo Sardo.
I militari sono accolti con lancio di sassi e rispondono con lancio di bombe a mano e spari ad altezza d’uomo provocando 24 morti e 158 feriti, molti assai gravi, tanto che qualcuno ipotizza che le vittime potrebbero essere di più con decesso, per le conseguenze, dopo vari giorni, ipotesi che non si può escludere a causa del silenzio calato sugli eventi dallo stesso Governo che chiude affrettatamente il caso dandone una versione chiaramente falsa (si parla di “elementi estranei” che è provato non ci sono, “colpi di arma da fuoco”, ma gli unici bossoli rinvenuti appartengono all’esercito, “sedici morti”, ma se ne contano 24 subito), versione dalle quale tuttavia nessuno dei partiti antifascisti prende le distanze.
Il 24 febbraio del ’47 ventuno imputati vanno a processo, riconosciuti colpevoli quanto meno di “eccesso colposo nell’uso legittimo ( ! ) delle armi” e tuttavia nessuno va in galera “per sopraggiunta amnistia”.




Nel 2005 lo storico Lino Buscemi , venuto a conoscenza che il console americano a Palermo, Alfred Nester, aveva inviato il 23 ottobre un rapporto sui fatti al Segretario di Stato USA, chiede agli americani di “aprire i cassetti” per dar più luce a eventi di questo tipo ancora avvolti da mistero.
Ancora non ottiene risposta, ma è passato tanto tempo……..Noi vogliamo ricordare i nomi:
Giuseppe Balistreri, 16 anni – Vincenzo Cacciatore, 38 anni – Domenico Cordone, 16 anni – Rosario Corsaro, 30 anni – Michele Damiano, 12 anni – Natale D’Atria, 28 anni – Andrea di Gregorio, 16 anni – Giuseppe Ferrante, 12 anni – Vincenzo Galatà, 19 anni – Carmelo Gandolfo, 25 anni – Francesco Gannotta, 22 anni – Salvatore Grifati, 9 anni – Eugenio Lanzarone, 20 anni – Gioacchino La Spia, 17 anni – Rosario Lo verde, 17 anni – Giuseppe maligno, 22 anni – Erasmo Midolo, 19 anni – Andrea Oliveri, 16 anni – Salvatore Orlando, 17 anni – Cristina Parrinello,61 anni – Anna Pecoraro, 37 anni – Vincenzo Puccio, 22 anni – Giacomo Venturelli, 70 anni – Aldo Volpes, 23 anni.
Per non dimenticare. 


Festa antifascista 20 ottobre 2018 via Testi 2 ore 18.30

Non è solo una grande festa antifascista, è una chiamata a tutte le forze antifasciste, quelle che si unirono attorno al più alto significa...