CAMPAGNA PER L’ASTENSIONE AL VOTO.
Di Fabio Malandra
La campagna elettorale per le prossime elezioni
amministrative è iniziata da tempo, precisamente dal 24 giugno 2011, all’alba
degli arresti di esponenti politici, amministratori e del capo dei vigili
urbani di Parma.
Oggi assistiamo al carosello di dichiarazioni, le solite
false promesse, buone solo ad illudere i cittadini, per poi calare le braghe
nei confronti dei soliti poteri forti presenti, come condor della morte, sia in
Parma e provincia, sia a livello nazionale ed internazionale.
Tutti hanno già dimenticato le nefandezze venute alla luce
l’estate scorsa; ecco quindi la scesa in campo degli esponenti della cupola del
potere, personaggi ben noti, soprattutto esponenti di spicco di confindustria,
del mondo bancario-finanziaro, assicurativo ed ecclesiastico.
Bernazzoli, capo indiscusso del PD e del PD(CI ), con i suoi
inceneritori, che, arrivato quasi alla fine del secondo mandato come capo della
Provincia di Parma, si candida ipotecando un secondo decennio sulla sedia dello
sfruttatore di massa, non dimenticando la dipartita della manifestazione della
FIOM per la presenza dei NO-TAV.
Ubaldi, padre delle disgrazie della nostra città, si mette
in corsa per ridare forza alla metropolitana ed altre cementificazioni del
territorio, per far intascare quattrini agli amici costruttori o, come va di
moda chiamarle, partecipate.
Buzzi, esponente del PDL, in pratica la destra libertina e
del bunga bunga, quella che ha ridotto l’Italia alla fame e allo sfruttamento
della massa lavoratrice, insieme alla Lega Nord razziata xenofoba ed omofobica,
ora all’opposizione a livello nazionale, con ripercussioni a livello locale,
quella dei presunti soldi rubati in Regione Lombardia, ma che
sicuramente ha contribuiti, assieme al PDL, alla Caporetto dell’Italia.
Il movimento spontaneo che ha lottato l’estate scorsa sotto
i portici del grano si è arresa al miraggio della sedia che conta, alleatasi
con PRC, tenta la scalata al potere.
M5S, l’ameba destrista camuffata da social democrazia, a
suon di risate del Suo buffone di corte aspira al ballottaggio per il potere.
FLI o terzo polo, essenzialmente i catto-fascisti del terzo
millennio, anch’essi non esuli dalle disgrazie nazionali, locali e delle
dichiarazioni schizofreniche di Giovannardi, quelle dei baci omosessuali uguali
a pisciate di cane, o quella in cui dichiara che chi rovina il made in Italy
sarebbero gli animalisti.
La democrazia, come ha dichiarato il gerarca Monti, è
momentaneamente sospesa per far posto al risanamento economico. Peccato che se
i ricchi non contribuiscono a questo sforzo, chi in realtà sta salvando il
sistema sono i poveri, i lavoratori, sia a livello di tassazione sia di perdita
del lavoro stesso.
Colpisce la dichiarazione di ieri del ministro della
Cooperazione, tale Andrea Riccardi, il quale elogia la dichiarazione del
presidente del consiglio, rilasciata nel 1992, e che affermava prendendo le
distanze dalla concertazione sindacale “perché infliggersi l’onere di cercare
un accordo con le parti sociali?”
Omettendo di dare importanza a certe dichiarazioni non
riusciremo a capire cosa sta succedendo politicamente e socialmente oggi.
Nella giornata di ieri il governo ed i partiti che
sostengono il regime (PD, PDL e Terzo Polo), assieme alla Foriero, hanno
raggiunto un accordo sullo smantellamento del diritto al lavoro, con pesante
taglio all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Pur restando, evviva Dio, fermo il passaggio sul divieto di
licenziamento per motivi discriminatori o per assenza di motivo, in ogni modo
nessun accenno al non licenziamento per le donne in gravidanza, vi sarà un
indennizzo, o pacca sulle spalle, ai licenziati per motivi economici, solo in
forma collettiva (minimo quattro), anche se non si capisce come un’azienda in
difficoltà economica possa dare un indennizzo a chi perde il lavoro. In ultima
istanza, per marcare il fatto che in Europa comanda la Germania, per i
licenziamenti disciplinari sarà il giudice a decidere il futuro del lavoratore,
con procedure accelerate, immettendo una graduatoria in base all’anzianità di
servizio.
Sempre su modello tedesco i casi individuali sono sotto la
“cura” sindacale, in un tempo massimo di 24 mesi e tenendo presente che
CGIL-CISL e UIL sono filo governativi, non più creduti dai lavoratori stessi.
In compenso oggi, 16 marzo 2012, arriva la stangata del
fisco sulle imprese, una botta da 14,6 miliardi di euro tra IRPEF e tassa sui
libri sociali. Chi, però, in realtà pagherà saranno i dipendenti con un aggravio
sull’addizionale irpef da 129 a 177 euro in busta paga.
Non dimentichiamo l’IMU sulla prima casa.
Da uno studio di confartigianato di Mestre (VE) si evince
citando: “l'Imu, a
partire dal 2012, gravera' sulle prime case, assorbira' l'Ici e l'Irpef sui redditi
fondiari delle seconde case e sostituira' l'Ici sugli immobili strumentali
(vale a dire i negozi commerciali, i laboratori artigianali, gli uffici e i
capannoni industriali). L'ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che nel 2012
l'aliquota Imu - applicata agli uffici, ai negozi commerciali o ai capannoni
produttivi presenti su tutto il territorio nazionale - sara' del 7,6 per mille
(cosi come previsto dal decreto sul federalismo fiscale). Per l'Ici, invece, si
e' deciso di far ricorso all'aliquota media nazionale applicata dai Comuni nel
2009: ovvero il 6,4 per mille. Inoltre, si e' tenuto conto anche della
rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori che verranno applicati alle
rendite catastali che, per effetto del decreto "salva-Italia", sono
passati da 34 a 55 per i negozi e le botteghe, da 50 a 80 per gli uffici e gli
studi privati, da 100 a 160 per i laboratori artigianali e da 50 a 60 per i
capannoni industriali e gli alberghi”.
Una dichiarazione di della commissione Europea a livello
economico afferma che l’Italia ha la pressione fiscale più alta, ammonta al 45%
della pressione fiscale in eurozona , affermando anche che non esistono spazi
per i tagli delle imposte, quindi impossibile alleggerire il carico, pena il
defoult. L’Italia nel contesto del G20 ha la peggior crescita del PIL, in calo
dello 0,7% e ci impone “mai più cordoni che incoraggiano l’evasione fiscale”.
Dopo tutte queste considerazioni, diastro causato da 60 anni
di mal governo e pessima gestione della cosa pubblica, non possiamo pensare che
Parma possa sottrarsi alla stretta fiscale imposta da un sistema capitalistico
schiavizzante, al collasso.
Non bisogna credere alle dichiarazioni dei candidati su un
futuro benessere, dobbiamo aspettarci un lungo periodo di fame, fatica e frustate.
C’è un’alternativa che può essere alternativa alla fogna
politica: l’auto-organizzazione.
Costituire comitati di persone, cittadini, che protestino,
proprio come la scorsa estate, per far valere le proprie idee ed influenzare le
decisioni per il nostro futuro.
Questa è la vera alternativa rivoluzionaria di ispirazione
libertaria, un’insieme di collettivi popolari, per esempio divisi secondo i
quartieri della nostra città, capaci di far emergere i problemi reali, un
collettivo popolare che accolga tutte le richieste derivanti dalla periferia e
che vada a sottoporla alla giunta, presidiando fino all’approvazione delle
suddette.
NON VOTARE non significa fregarsene, ma impegnarsi e lottare
al di fuori del losco gioco del potere, in una collettività che è la nostra
città.
Nessun commento:
Posta un commento