giovedì 23 agosto 2012

IMBRATTATA ANCORA LA LAPIDE IN VIA PO

Parma 23 agosto 2012



Di nuovo imbrattata la lapide commemorativa dei morti a seguito dello scoppio di una bomba alleata dopo la fine della guerra.


La lapide fu posta dai partigiani in memoria della morte di cittadini innocenti e come monito alle future generazioni a non ripetere gli errori della storia, contro ogni forma di totalitarismo che porti la privazione della libertà, contro ogni forma di razzismo, contro la guerra.


La scritta dice "ZONA ANTIFA", ma si ha il forte sospetto che sia una becera provocazione di sostenitori di Casa Pound vista la forte tensione che ultimamente in quartiere montanara sta crescendo con i fascisti indesiderati. Nessun antifascista è così sciocco da imbrattare un simbolo dell'antifascismo proprio della nostra città.



Già imbrattata mesi fa, ora è tornata l'ombra nera del rigurgito fascista che, con provocazioni vigliacche, per conquistarsi un posto nella storia non ha nessun timore o scrupolo a calpestare il ricordo, il sentimento di riverenza che la città ha per quelle vittime.

                                   


Come antifascisti condanniamo il gesto vile di persone indegne di essere considerate esseri umani. Esortiamo tutti gli antifascisti a sdegnarsi di fronte all'ennesimo tentativo di sminuire e criminalizzare il movimento Antifascista che da anni si batte, subendo anche aggressioni, contro Casa Pound ed ogni forma di fascismo.



Casa Anarchica - Parma

mercoledì 22 agosto 2012

IN RICORDO DI FRANCESCO MASTROGIOVANNI (FRANCO)


4 agosto 2009 – Vallo della Lucania: Francesco Mastrogiovanni.


Questa è una storia senza scontri né lotte di piazza, poco conosciuta perché racconta solo come muore un povero cristo.
È una storia di persecuzione, protagonisti un giovane maestro elementare e le “Autorità”, quelle che decidono del destino di un uomo, senza vedere, senza sentire e senza capire.
Non l’ha scritta né De Amicis né Kafka, sta scritta negli aridi rapporti che poliziotti, carabinieri, sindaci, assistenti sociali e psichiatri hanno cominciato a stilare da un maledetto giorno di luglio del 1972, il sette, quando sul lungomare di Salerno Francesco si trova a passeggiare con un compagno anarchico come lui, ma più noto, Giovanni Marini, conosciuto per una indagine di “controinformazione” sulla sospetta morte, a causa di uno strano incidente sulla Roma-Napoli, di cinque giovani anarchici calabresi diretti a Roma per consegnare i risultati di una inchiesta su alcune “stragi fasciste”.
Scomparsi i documenti in possesso dei giovani calabresi, l’indagine di Marini ricostruisce l’ipotesi delle trame sulle quali avevano lavorato i suoi compagni, mettendo in luce pesanti indizi contro esponenti dell’estrema destra locale e nazionale, che sguinzagliano quindi i loro picchiatori per fargliela pagare ed intimorirlo onde bloccare le sue indagini.
Aperta la caccia all’uomo, Francesco e Giovanni vengono intercettati sul lungomare da due giovani di estrema destra, armati di coltelli.
Vista l’aria di burrasca Francesco cerca di fare da paciere, ma la rissa esplode ed uno dei due giovani aggressori rimane ucciso dalla sua stessa arma della quale Giovanni, come risulta dal processo, riesce a disarmarlo.
Francesco, ferito ad una coscia, è sottoposto comunque ad indagine e deve subire il processo nel quale viene assolto.
Da questo momento inizia la persecuzione: telefonate minatorie, ostacoli nella vita quotidiana della città nella quale l’esistenza gli viene resa impossibile da continue ritorsioni, controlli di polizia ingiustificati, menzogne sulla sua vita.
Non potendone più si trasferisce in un paese del bergamasco dove trova lavoro come insegnante elementare, non trova però pace la sua privacy vulnerata dalla segnalazione delle forze dell’ordine salernitane a quelle di Bergamo che quindi iniziano zelantemente a “tenerlo d’occhio”.
L’apparire di una divisa ormai per Francesco è un incubo, torna nel Cilento, ma non lo mollano, e un giorno, il 5 ottobre del ’99, lo beccano in fallo: ferma l’auto in sosta vietata ed una pattuglia tempestivamente intervenuta gli eleva una multa, prova a contestare, come in genere molti fanno, ma a lui lo portano al commissariato con le manette ai polsi e l’accusa di “resistenza aggravata e continuata” che lo porta agli arresti domiciliari.
Al processo viene assolto con formula piena per non aver commesso i reati addebitategli, ma ne viene fuori debilitato psicologicamente, stanco di ingiustizie e persecuzioni immeritate, impaurito da un mondo che sembra tutto contro di lui e che lo porta a crisi di panico.
L’aiuto delle “Autorità” si risolve con la richiesta da parte del sindaco di Castelnuovo Cilento, dove risiede la sua famiglia, del trattamento sanitario coatto, per ben due volte.
Con tutte le sue forze Francesco tenta di riprendersi, torna ad insegnare, ben accetto da bambini e genitori, ma i carabinieri continuano a fermarlo, controlli continui sembra solo per lui, e un giorno,il 30 luglio del 2009,  al mare, vede i carabinieri e scappa, non lo trovano, quindi arrivano i rinforzi, i vigili urbani, un medico, addirittura la guardia costiera, infine si arrende e non ha fatto niente, ma ancora un sindaco ha firmato il ricovero coatto e parte così su una autoambulanza, tre punture “per calmarlo”, nell’ultimo suo viaggio verso l’ospedale di Vallo dove il 4 agosto muore.
L’autopsia rileva lividi, segni di lacci a caviglie e polsi, ma nessuno si chiede niente, per le autorità è una morte “normale” e le spiagge del Cilento possono godere di uno svitato in meno.


«Ti prego, per piacere, blocca la proiezione di questo video… Ma questa è una tortura… Poveraccio, tenta di divincolarsi,tenta di liberarsi dall’atroce letto di contenzione,mai fili di plastica durissima gli segano polsi e caviglie ora sanguinanti…


"Mura che occultate
L’infamia contro l’umanità
Mura omertose
Mura impregnate di violenza e di terrore
Di grida e di dolore
Che siate di pietra viva o di cemento
Non ascoltate nessun lamento
Sordi ad ogni implorazione
Ad ogni preghiera
Ostinate nel vostro silenzio
Guardate indifferenti
Oltre la sofferenza

Sabatino Catapano"

domenica 19 agosto 2012

22 ANNI DOPO LA TRAGEDIA DEL VENTASSO

fonte: http://usisanitaparma.blogspot.it/2012/08/22-anni-dopo-la-tragedia-del-ventasso.html






Il 18 agosto 1990 alle 8:17, in località Ventasso sulle colline reggiane, in condizioni metereologiche avverse per presenza di nebbia, si interrompevano le comunicazioni con l'equipaggio dell'elisoccorso Charly Alpha, chiamato per soccorrere un cacciatore ferito. Così, nel tempo di un respiro, persero la vita il pilota Claudio Marchini, il medico anestesista Annamaria Giorgio, gli infermieri Corrado Dondi e Angelo Maffei.



Quell'equipaggio, veri pionieri di ciò che divenì in futuro il servizio essenziale del soccorso celere e punta di diamante dell'odierno servizio, è stato ricordato con una cerimonia breve, ma toccante, al cippo presso il CRAL in via confalonieri, con la presenza delle rappresentanze dell'Azienda Ospedaliera di Parma, del Comune, di Parma Soccorso ed i colleghi dei sanitari scomparsi.


L'USIS si associa al ricordo rendendo omaggio sincero e commosso a chi non è più con noi, ma presente sempre nei nostri ricordi.

Fabio Malandra

giovedì 16 agosto 2012

AZIENDA OSPEDALE CONTI IN ORDINE? LAVORATORI NEL CAOS!





Sulla NewsLetter dell’Azienda Ospedaliera di Parma di venerdì 27 luglio 2012, si può leggere l’articolo “conti in ordine: “La Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS) della Provincia di Parma ha espresso parere positivo sul Bilancio di esercizio 2011, il preventivo 2012, il pluriennale di previsione 2012-2014 e il Piano programmatico 2012-2014 dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
La sintesi dei conti sulle principali manovre economiche dell’Ospedale Maggiore è stata presentata all’inizio del mese di luglio, durante l’incontro dell’Ufficio di Presidenza, dal Direttore Generale Leonida Grisendi.
Nel 2011 l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma ha raggiunto l’obiettivo di equilibrio economico-finanziario indi-cato dalla Regione e ha conseguito, grazie alla razionalizzazione degli investimenti e ad un’efficiente gestione, gli impe-gni assunti. Il contenimento dei costi ha permesso di costruire bilanci in ordine senza incidere sui livelli di assistenza.
Il quadro che ne è emerso è quindi quello di un’Azienda in salute, in grado di fornire servizi di qualità e capace di gestire le risorse in modo appropriato; garanzia questa delle prospettive e degli investimenti futuri.
I risultati sono stati ottenuti grazie anche alla programmazione effettuata nell’ultimo triennio con il PAL (Piano Attuativo Locale) che ha assicurato maggiori livelli di appropriatezza al sistema e più qualità”
Tutti soddisfatti, la cittadinanza può stare tranquilla, sulla carta, in realtà rimane di assoluta incertezza e caos la situazione lavorativa dei dipendenti.
I carichi di lavoro sono divenuti insostenibili, grazie alla cronica mancanza di personale: così, mentre si enfatizza la quadratura dei conti, nulla trapela sulle condizioni critiche lavorative di infermieri ed OSS, o del come mai, per coprire turni infermieristici, si è dovuti arrivare ad attingere personale in difetto da cooperative, con il silenzio assenso dei sindacati maggiormente rappresentativi, aggravando ancor di più le spese.
La Spending Review anche a Parma fa sentire il suo negativo influsso: materiali di minore qualità, approvvigionamento dei farmaci al limite, se non al di sotto del minimo di magazzino.
In questo marasma, se non bastasse, si moltiplicano voci, nel periodo estivo difficili da approfondire, di altri tagli sia di personale come il 10% dei famigerati esodati, di ben 400 posti letto (che su poco più di 1000 sono una cifra considerevole), voci che vogliamo sottolineare di corridoio, ma che aumentano, se fosse necessario, la preoccupazione e la rabbia di chi sta subendo ingiustizie, cioè i lavoratori.
Come ultima notizia, il 31 luglio u.s. la direzione aziendale ha indetto una riunione trattante ( Azienda – sindacati) urgente proponendo in diverse unità operative la rimodulazione della presenza oraria degli OSS per garantire la copertura dei turni di servizio. Anche in questo caso si brancola nel buio e le notizie, sempre non confermate, parlano di una diminuzione dell’orario di lavoro a sette ore per guadagnare un giorno lavorativo alla settimana da poter gestire unità  la dove vi siano mancanze di personale.
Le Organizzazioni Sindacali presenti alla riunione hanno posto indicazione negativa, ma non hanno dato alcuna rassicurazione e notizia ai lavoratori, i quali alla luce dei fatti non sanno nulla di ciò che il futuro ha in serbo per loro.
L’USIS (Unione Sindacale Italiana – Sanità),  vista l’incertezza e l’assoluta precarietà del futuro lavorativo dei dipendenti dell’Azienda Ospedaliera di Parma, chiede che sia fatta luce sulle decisioni che si vorrebbero prendere.
Per ciò che riguarda in maniera specifica gli OSS vorremo sapere che fine ha fatto la graduatoria concorsuale a tempo determinato, la quale potrebbe essere usata per la copertura dei posti vacanti oggi, per fronte ad una situazione d’emergenza, piuttosto che dopo il periodo estivo come da direttive.

Mausoleo per il criminale di guerra Graziani

fonte: http://anpimirano.it/2012/mausoleo-per-il-criminale-di-guerra-graziani/






Ad Affile il tempo si è fermato. Nel comune, in provincia di Roma, l’amministrazione locale riunisce la comunità per esaltare “l’eroismo del soldato”, il generale mussoliniano e concittadino Rodolfo Graziani, seppellito nel cimitero comunale. Iniziativa pubblica, soldi di tutti per l’inaugurazione di un parco pubblico con sacrario dedicato a Graziani che fu protagonista della guerra di conquista fascista in Etiopia e poi ministro della Difesa nella Repubblica sociale italiana.
Nella Regione Lazio che chiude gli ospedali e sforbicia i servizi, il sindaco Ercole Viri, che guida una giunta di centrodestra, inaugura il sacrario con annesso parco costato 125 mila euro, prelevati da apposito fondo regionale. Una serata di commemorazione con il taglio del nastro alla presenza dell’assessore regionale Francesco Lollobrigida, discorso delle autorità in memoria della patria e di Graziani e cena sociale. Il passato, quello dei vinti, sconfitto dalla resistenza partigiana e dalla Costituzione repubblicana, ritorna celebrato dall’amministrazione comunale alla presenza del parroco don Ennio Innocenti che ha ricordato il maresciallo d’Italia Graziani.
Nessun imbarazzo per gli etiopi gasati nella guerra di conquista del regime fascista, definiti “costi” propri di ogni conflitto, in quella spedizione guidata armi in pugno dal generale. Nessun imbarazzo neanche per il bando di Graziani che condannò alla morte i giovani renitenti che rifiutarono la leva sotto la Repubblica sociale italiana, l’ultima esperienza di quel ventennio, cancellato da alleati e partigiani. “Non devo perdonare nulla al soldato, con la s maiuscola, Graziani – spiega il sindaco al Fatto – oggi abbiamo dimostrato che il nostro concittadino non ha commesso errori. Onoriamo il generale in quanto affilano e degno di rivalutazione rispetto alla storia scritta da chi era mosso da altri intenti”. Per Graziani, alla fine della Seconda guerra mondiale, ci fu la condanna a 19 anni, 17 condonati, prima della morte nel 1955.
Ad Affile ci sono quelli con il drappo al braccio della X Mas, ex militari, la Giovane Italia della provincia di Roma. Durante il corteo, sindaco in testa, quando evochiamo i partigiani, un cittadino si gira, irato: “Quattro ruba galline”. Sul sacrario la scritta: Patria e onore. “Graziani è un esempio per i giovani – continua il sindaco – di attaccamento alla patria. Poteva andare con i vincitori, ma è rimasto leale e coerente con le sue idee per salvare l’Italia”. L’iniziativa è stata criticata dall’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani, e anche dal Partito democratico. Il consigliere regionale Esterino Montino ha attaccato: “È una vergogna inaccettabile. Voler ricordare con un monumento un signore come Graziani, che si è macchiato anche di crimini contro l’umanità per la sua feroce repressione a base di gas letali contro i giovani etiopi, è grave e inaccettabile”.
Mentre Mario Monti parla di spending review, ad Affile ci si ritrova per celebrare un protagonista del ventennio fascista a spese dei contribuenti. A maggio era toccato al busto di Giorgio Almirante, scoperto alla presenza dell’immancabile leader della Destra Francesco Storace, di Luca Romagnoli, segretario della Fiamma Tricolore, dell’assessore regionale Francesco Lollobrigida e dei senatori Domenico Gramazio e del pluricondannato Giuseppe Ciarrapico. La statua già c’era, ma era stata danneggiata e pronto è arrivato il nuovo bronzo in onore e ricordo del segretario missino. Sul sito del Comune campeggiano le foto delle celebrazioni e la pagina dedicata ai “figli celeberrimi di Affile” dove troneggia, con foto di profilo nella divisa militare, Graziani. Così viene definito: “II Maresciallo d’Italia, figura tra le più amate e più criticate, a torto o a ragione, fu tra i maggiori protagonisti dei burrascosi eventi che caratterizzarono quasi mezzo secolo della storia italiana”. Da un balcone, mentre il corteo si indirizza verso il parco con sacrario, un ragazzo canta “Bella Ciao”. Un altro cittadino, invece, con il drappo della X Mas, non vuole sentire parlare di apologia del fascismo: “È reato? Non me ne frega un cazzo”.
(Nello Trocchia, da “Il Fatto Quotidiano” del 12 agosto 2012)

Festa antifascista 20 ottobre 2018 via Testi 2 ore 18.30

Non è solo una grande festa antifascista, è una chiamata a tutte le forze antifasciste, quelle che si unirono attorno al più alto significa...