Tutti ormai siamo a conoscenza delle note vicende giudiziarie che coinvolgono, come parte lesa, l'Ospedale Maggiore di Parma.
Non entriamo nella vicenda in se; ci sono procedimenti in corso, vedremo cosa scaturirà dal processo.
In ogni caso, questa organizzazione, che sfruttava la salute individuale per profitto, la somma tra interesse pubblico e privato, è stata imputata di:
"associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, attraverso la commissione altresì dei reati di abuso d'ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori".
E’ questo il male del settore pubblico: la somma tra interesse privato che allunga i suoi tentacoli nelle pubbliche amministrazioni. Non è solo un problema sanitario, ma riguarda tutto il settore pubblico, e qui a parma non ci siamo fatti mancare nulla.
E' orribile, tornando al settore sanità, riscontrare che si approfitti del diritto alla salute, trasformando il diritto, al considerare l'essere umano come fonte di guadagno personale. Salute è terra di profitto, in un settore che non ha crisi, e che tocca uno dei più grandi taboo inconsci nostri, cioè la stato di malattia.
Il caso Parma è l'esempio pratico di come si smantella la sanità pubblica in Emilia Romagna, come nel resto d'Italia, a favore dei privati. Corrotti e Corruttori senza scrupoli trovano terreno fertile per i propri affari a discapito dei cittadini, cittadini utenti.
Non solo: consideriamo il negativo fenomeno dei primariati, il concentrare troppo potere decisionale ad una persona, sia per tecnologie e sperimentazione scientifica, sia per il conseguente aumentare la sudditanza da parte delle equipe di appartenenza.
Ora non è più il tempo di scontrarci con il sistema, ma di proporre un nuovo sistema, ossia di autogestione diretta cittadini-lavoratori della cosa pubblica. La salute è un diritto, è pubblico, né dello stato, né del privato.
Il riscatto dei lavoratori onesti dell’Ospedale Maggiore della nostra città deve si passare attraverso il lavoro quotidiano, il rispetto delle leggi in vigore, ma anche uno snellimento degli incarichi e, soprattutto, nel coinvolgimento delle istituzioni cittadine e comitati cittadini a tutela del bene comune descritto nell’articolo 32 della costituzione.
Piena solidarietà a tutte le lavoratrici e lavoratori, dell'Azienda Ospedaliera di Parma, estranei ai fatti, che ogni giorno sono impegnati con dedizione al proprio lavoro per il bene della comunità, sopratutto quei lavoratori dei reparti direttamente interessati dallo scandalo, che con dignità continuano ad offrire professionalità e umanità alle persone ricoverate.
USI-AIT PARMA
USI-SANITA’ PARMA