CASA ANARCHICA si prefigge di essere parte dell'espressione libertaria in Parma e Provincia, redatto dai compagni del Gruppo Anarchico Antonio Cieri. "L’Anarchia, al pari del socialismo, ha per base, per punto di partenza, per ambiente necessario, l’eguaglianza di condizioni; ha per farlo la solidarietà; e per metodo la libertà". (Errico Malatesta)
lunedì 30 aprile 2012
L’Unione Sindacale Italiana settore Sanità di Parma, esprime piena solidarietà ai 12 dipendenti licenziati per il fallimento dell’Associazione Temporanea d’Impresa, che per anni hanno garantito un servizio serio ed efficace per la collettività. Ora li vogliono buttare via come un ferro vecchio.
Questo periodo, segnato da una profonda crisi economica, ha fatto si che anche nel nostro territorio i lavoratori siano le prime vittime sacrificali.
E’ indubbiamente sbagliata la logica della decentrazione dei servizi alla persona, appaltando con la logica del basso costo a cooperative che, pur di non perdere la gara, sono disposte ad accettare condizioni di guadagno al ribasso, dettate da Aziende Ospedaliere più attente al risparmio, che alla dignità dei lavoratori. In più assistiamo al consolidamento di Cooperative come la Pro. Ges, invischiata con le istituzioni, oramai divenuta vera e propria Aziende di sfruttamento del lavoro.
L’USI-S di Parma tra i punti delle sue rivendicazioni ha la campagna di sensibilizzazione per la riduzione degli stipendi principeschi dei dirigenti amministrativi Aziendali, di Comparto e di Reparto. In questo momento non deve ricadere tutto sulle spalle dei lavoratori, quando i dirigenti stanno comodamente tranquilli. Inoltre per i lavoratori licenziati proponiamo l’assunzione diretta presso l’Azienda Ospedaliera di Parma.
Cercheremo con i nostri mezzi d’aiutarvi in qualsiasi modo.
USI-Sanità di Parma
lunedì 16 aprile 2012
FINANZIAMENTO PUBBLICO IL CANCRO DELL’ITALIA
Ogni quattro giorni avviene un suicidio per la crisi economica. E’ la fotografia dell’Italia d’oggi, stretta nella crisi economica mondiale, colpa un sistema capitalistico morente.
Aziende che chiudono, lavoratori che perdono il lavoro,
famiglie al lastrico, povertà in aumento, questo è il risultato di sessant’anni
di mal governo e pessima gestione della pubblica amministrazione. Lo sport
nazionale non è il calcio, ma l’appropriazione indebita, la corruzione, l’uso
delle finanze pubbliche a scopi personali, da parte della gran maggioranza dei
partiti, colluse talvolta con le organizzazioni mafiose.
Le casse dello stato sono state svuotate delle bande
legalizzate e tocca, ora, agli italiani risolvere la situazione sborsando di
tasca propria.
Non si dice, però, che la crisi attuale è stata creata dalle
banche, dalle assicurazioni, poiché la società occidentale, iniqua e criminale,
è basata sull’indebitamento di massa.
Dal 2009 ad oggi al sistema bancario sono piovuti miliardi
d’Euro per sostenere il cadavere, soprattutto per allungare i tempi, un freddo
calcolo, per trasferire il fardello dell’onere dei pagamenti dalle banche ai
cittadini; Italia, Spagna, Grecia, sono esempi concreti, ed i governi nazionali
sono complici di questo complotto planetario.
Non se ne parla, non si dice, per esempio, che nel 2009 in
Grecia, come in altri paesi come il nostro, spettava per il 90% il peso del
rientro finanziario alle banche, e per il 10% all’amministrazione pubblica.
Ebbe un cospicuo aiuto in miliardo di euro dall’Europa, ma non furono usati per
sistemare il settore pubblico, ma andarono nelle casse delle banche per
aumentare i capitali. Oggi l’onere del rientro in quel paese, come negli altri,
spetta per il 75% all’amministrazione pubblica, in pratica ai cittadini.
I rimborsi elettorali: dal 1999 al 2008 sono aumentati del
1.110%. Così come preoccupa l’impropria definizione di rimborsi elettorali. Le
spese di Rifondazione Comunista, per la campagna elettorale dell’aprile 2006,
ad esempio, erano state di 1 milione e 636 mila euro, mentre i contributi, in
base ai voti ottenuti, furono di 6 milioni e 982 mila euro all’anno per i
cinque anni della legislatura 2006-2011. In totale
34 milioni 932 mila euro. Quindi 100 euro investiti da Rifondazione nel 2006
hanno reso 2135 euro. Invece nel 2008 la Lega Nord ha registrato spese
elettorali accertate dalla Corte dei Conti di 2 milioni e 940 mila euro. A
fronte di questa spesa il Carroccio ha incassato da Roma ladrona 8 milioni e 277
mila euro all’anno per cinque anni. Dunque 100 euro investiti dalla Lega nella
campagna elettorale del 2008 sono diventati 1408 euro.Questo è il
capitalismo.
La soluzione criminale dell’ultra conservatore Governo Monti
è stata quella di aumentare le tasse, creare disoccupazione, aumentare il
precariato, indebitare le famiglie, stracciare lo statuto dei lavoratori,
aumentare il costo della benzina e dei generi alimentari, aumentare il divario
tra ricchi (pochi) e poveri (il resto della nazione), renderci sempre più
succubi dell’andamento finanziario, dello spread, del rosso delle borse.
C'è chi ha i propri bilanci in attivo: partiti e mas media
grazie al finanziamento pubblico, le tasche dei politici, i manager, la chiesa,
petrolieri, multinazionali.
Cosa possiamo fare in questo marasma; innanzitutto iniziare
una lotta popolare contro il cancro del finanziamento pubblico, estinguere i
conti correnti bancari. Queste due prime azioni sarebbero devastanti per questo
sistema istituzionale e finanziario che rende i cittadini sfruttati.
Poi disertare le urne:
Quando ti chiedono di votare, ricordati della tua
disoccupazione, del tuo lavoro precario e sottopagato, del tuo quotidiano
tirare a campare.
Di come muoiono ogni giorno i lavoratori nelle fabbriche, di come i politici aiutano i padroni.
Dei tagli strutturali, dei soldi che mancano sempre per i salari, le pensioni, la sanità e la scuola ma che per finanziare le guerre non mancano mai.
Degli immigrati sfruttati, imprigionati nei centri di detenzione, mandati a morire in Libia.
Di come la giustizia dello stato è sempre fortissima con i deboli e debolissima con i forti.
Dicono che votare è importante perché questa è la democrazia.
Poi, dopo le elezioni, tutto torna esattamente come prima: politicanti e padroni comandano, e tu torni alla tua vita di sacrifici.
Non delegare agli altri la gestione della tua vita!
Possiamo e dobbiamo fare a meno dei politici di professione!
Autorganizziamoci, lottiamo in prima persona, difendiamo i nostri diritti, sbarazziamoci del potere e dei parassiti in doppio petto!
Di come muoiono ogni giorno i lavoratori nelle fabbriche, di come i politici aiutano i padroni.
Dei tagli strutturali, dei soldi che mancano sempre per i salari, le pensioni, la sanità e la scuola ma che per finanziare le guerre non mancano mai.
Degli immigrati sfruttati, imprigionati nei centri di detenzione, mandati a morire in Libia.
Di come la giustizia dello stato è sempre fortissima con i deboli e debolissima con i forti.
Dicono che votare è importante perché questa è la democrazia.
Poi, dopo le elezioni, tutto torna esattamente come prima: politicanti e padroni comandano, e tu torni alla tua vita di sacrifici.
Non delegare agli altri la gestione della tua vita!
Possiamo e dobbiamo fare a meno dei politici di professione!
Autorganizziamoci, lottiamo in prima persona, difendiamo i nostri diritti, sbarazziamoci del potere e dei parassiti in doppio petto!
giovedì 12 aprile 2012
- Comunicato stampa -
Abituare il popolo a delegare ad altri la conquista e la difesa dei suoi
diritti, è il modo più sicuro di lasciar libero corso all’arbitrio dei
governanti.
(Errico Malatesta, 1897)
(Errico Malatesta, 1897)
La campagna elettorale per le
amministrative 2012 è entrata nel vivo, in un quadro politico frammentato e
confuso, reduce dai disastri degli ultimi vent’anni di berlusconismo.
La provincia di Parma, in particolare riferimento alle elezioni per il rinnovo del consiglio Comunale della nostra città, non fa eccezione rispetto al resto del paese. La classe politica annaspa con poche idee, tutte confuse. Destra, centro e sinistra sono etichette alle quali gli stessi protagonisti credono poco, incapaci come sono di decifrare una fase sociale, politica ed economica segnata da una crisi strutturale di tutto il sistema. L’unica cosa che conta è ritagliarsi un posto al sole per i prossimi anni, mantenendo o guadagnando per sé (e per i propri amici) i privilegi, il potere, il consenso e l’influenza che la politica di professione può garantire.
La provincia di Parma, in particolare riferimento alle elezioni per il rinnovo del consiglio Comunale della nostra città, non fa eccezione rispetto al resto del paese. La classe politica annaspa con poche idee, tutte confuse. Destra, centro e sinistra sono etichette alle quali gli stessi protagonisti credono poco, incapaci come sono di decifrare una fase sociale, politica ed economica segnata da una crisi strutturale di tutto il sistema. L’unica cosa che conta è ritagliarsi un posto al sole per i prossimi anni, mantenendo o guadagnando per sé (e per i propri amici) i privilegi, il potere, il consenso e l’influenza che la politica di professione può garantire.
Poi, come sempre, ci siamo noi
cittadini, noi lavoratori, noi senza potere.
Tutti ci chiedono di votare per questo o quel candidato, e tutti sono pronti a garantire la realizzazione di programmi mirabolanti, promettendo benessere, equità, sviluppo, ordine. Eppure, al di là dei personali convincimenti di ciascuno, è sufficiente guardare la realtà delle cose: i governi – compresi quelli eletti “democraticamente” – non hanno mai lavorato per tutelare gli interessi e la libertà dei popoli che vengono governati.
E questo vale a tutti i livelli.
Le elezioni sono un’illusione di libertà, per tanti motivi. Perché la maggioranza vince e le minoranze sono destinate a soccombere; perché in ogni caso il meccanismo della delega conferisce il potere a una minoranza di individui che decidono per tutti; perché consolidano un sistema gerarchico nel quale la libertà è ridotta al simulacro della rappresentanza istituzionale; perché giustificano il disordine sociale in cui c’è chi ha tutto e chi non ha niente; perché alimentano una casta parassitaria e autoreferenziale di burocrati.
Tutti ci chiedono di votare per questo o quel candidato, e tutti sono pronti a garantire la realizzazione di programmi mirabolanti, promettendo benessere, equità, sviluppo, ordine. Eppure, al di là dei personali convincimenti di ciascuno, è sufficiente guardare la realtà delle cose: i governi – compresi quelli eletti “democraticamente” – non hanno mai lavorato per tutelare gli interessi e la libertà dei popoli che vengono governati.
E questo vale a tutti i livelli.
Le elezioni sono un’illusione di libertà, per tanti motivi. Perché la maggioranza vince e le minoranze sono destinate a soccombere; perché in ogni caso il meccanismo della delega conferisce il potere a una minoranza di individui che decidono per tutti; perché consolidano un sistema gerarchico nel quale la libertà è ridotta al simulacro della rappresentanza istituzionale; perché giustificano il disordine sociale in cui c’è chi ha tutto e chi non ha niente; perché alimentano una casta parassitaria e autoreferenziale di burocrati.
E allora?
Noi anarchici invitiamo all’astensione, al rifiuto della delega, all’assunzione di responsabilità da parte di ciascuno.
L’organizzazione sociale, la produzione e la distribuzione della ricchezza, la cura delle nostre città, l’esercizio delle libertà individuali e collettive, il rispetto dell’ambiente, sono cose troppo importanti per essere delegate a poche persone.
Quello che proponiamo non è il disinteresse di chi diserta le urne per qualunquismo o sterile disaffezione. Il nostro astensionismo è attivo e rivoluzionario perché fa parte integrante di un approccio alternativo alla cura del bene comune, basato sull’autorganizzazione e la gestione diretta delle risorse da parte delle comunità che si autogovernano. Questo è possibile anche partendo dalle cose semplici: dalle assemblee di quartiere all’autoproduzione, dall’erogazione allo scambio solidale di beni e servizi, dalla costruzione di reti di mutuo appoggio alla creazione di organismi di base e di lotta nei quartieri e nei posti di lavoro.
E tanto altro ancora.
Noi non promettiamo niente, e non chiediamo voti. Il nostro programma è quello di sempre, e presuppone l’impegno di ciascuno: costruire libertà e uguaglianza nella solidarietà.
Noi anarchici invitiamo all’astensione, al rifiuto della delega, all’assunzione di responsabilità da parte di ciascuno.
L’organizzazione sociale, la produzione e la distribuzione della ricchezza, la cura delle nostre città, l’esercizio delle libertà individuali e collettive, il rispetto dell’ambiente, sono cose troppo importanti per essere delegate a poche persone.
Quello che proponiamo non è il disinteresse di chi diserta le urne per qualunquismo o sterile disaffezione. Il nostro astensionismo è attivo e rivoluzionario perché fa parte integrante di un approccio alternativo alla cura del bene comune, basato sull’autorganizzazione e la gestione diretta delle risorse da parte delle comunità che si autogovernano. Questo è possibile anche partendo dalle cose semplici: dalle assemblee di quartiere all’autoproduzione, dall’erogazione allo scambio solidale di beni e servizi, dalla costruzione di reti di mutuo appoggio alla creazione di organismi di base e di lotta nei quartieri e nei posti di lavoro.
E tanto altro ancora.
Noi non promettiamo niente, e non chiediamo voti. Il nostro programma è quello di sempre, e presuppone l’impegno di ciascuno: costruire libertà e uguaglianza nella solidarietà.
Gruppo Anarchico FAI “Antonio
Cieri” – Parma
COMUNICATO
DOPO LUNGA RIFLESSIONE, NELLA QUALE SI E’ EVIDENZIATA L’IMPORTANZA DI RAFFORZARE LA LOTTA NEL NOSTRO TERRITORIO, I FONDATORI DI CASA ANARCHICA – PARMA HANNO DECISO DI CONFLUIRE NEL GRUPPO PARMIGIANO STORICO FAI ANTONIO CIERI.
IL BLOG E IL GRUPPO FB CASA ANARCHICA RIMANGONO ATTIVI COME ORGANO DI INFORMAZIONE INFORMATIZZATO LEGATO AL GRUPPO ANTONIO CIERI.
QUESTO E’ UN INIZIO IMPORTANTE P
FABIO MALANDRA.
Solidarietà alla lotta No Tav dall’Internazionale di Federazioni Anarchiche – IFA
Il comunicato si solidarietà emesso dall’IFA – Internazionale di Federazioni Anarchiche – riunitesi di recente a Lubiana.
Sostegno alla lotta NO TAV e solidarietà a tutti i denunciati e arrestati
In venti anni di lotte il movimento NOTAV ha dimostrato che opporsi ai soprusi dello stato, delle mafie e del capitale è possibile. Una lotta costruita quotidianamente da migliaia e migliaia di persone contro la costruzione della nuova linea ad alta velocità Torino Lyon. Uomini e donne che si battono contro la costruzione delle grandi opere funzionali agli interessi degli speculatori e delle multinazionali, contro la devastazione ambientale del territorio e la falsa retorica dello sviluppo.
Dallo scorso maggio, il governo ha deciso di ricominciare i lavori e davanti alla resistenza popolare ha deciso di utilizzare nuovamente le maniere forti. Manganelli, lacrimogeni, botte, denunce e carcere.
I NOTAV sono colpevoli di stare con i tanti che non riescono ad arrivare alla fine del mese, con chi vorrebbe che i 22 miliardi della Torino Lyon fossero usati per migliorare la vita di noi tutti, garantendo ospedali, pensioni, trasporti pubblici, scuole a tutti, in modo eguale. Sono colpevoli di aver pensato che un altro mondo è possibile. Sono colpevoli di aver sperimentato l’utopia concreta della partecipazione diretta, della solidarietà, del mutuo appoggio. Sono colpevoli di pensare che l’ordine ingiusto in cui siamo forzati a vivere possa e debba essere spezzato. Sono colpevoli di non essersi mai tirati indietro, di aver resistito per oltre vent’anni.
Un movimento popolare, un movimento tanto radicato quanto radicale, sa che di fronte alla violenza di carabinieri, poliziotti, militari reduci dalla guerra in Afganistan, di fronte all’occupazione militare, di fronte alla violenza legale ma non legittima dello Stato, ribellarsi è giusto.
L’IFA, Internazionale di Federazioni Anarchiche, esprime pieno appoggio alla lotta NOTAV e la solidarietà a tutti i denunciati e agli arrestati.
di seguito la versione in inglese:
Support for the NOTAV struggle and solidarity with those arrested and charged
In twenty years of struggle, the NOTAV movement has showed that it is possible to oppose the abuses of the State, the Mafia and Capital.
Thousands of people have fought on a daily basis against the construction of the new high-speed link between Lyon and Turin. Men and women are fighting against the construction of the big infrastructures which serve the interests of speculators and corporations, and against environmental devastation and the false rhetoric of development.
Last May the Italian government decided to re-start work and, faced with popular resistance, to use force once more: riot sticks, tear gas, courts and prison.
The NOTAV are guilty of taking the side of many who do not manage to make ends meet, guilty of being with those who would like the 22 billion euros put into the Lyon-Turin link to be used to improve the lives of us all, providing hospitals, pensions, public transport, schools for all ; guilty of thinking that another world is possible. Guilty of having experienced the concrete utopia of direct participation, of solidarity, and of mutual support; guilty of thinking that the unjust order in which we are forced to live can and should be destroyed. Guilty of never having retreated, having endured over twenty years.
A popular movement , a movement so deeply rooted and radical, knows that faced with police violence, with military veterans from the war in Afghanistan, with military occupation, with legal but not legitimate state violence, rebellion is right.
The IFA-IAF, Internal of Anarchist Federations, expresses full support to the NOTAV struggle and solidarity with all those arrested and charged.
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