giovedì 31 maggio 2012

2 Giugno Boicotta la festa della Repubblica




«La parata militare del 2 giugno, quest'anno, non si svolgerà. Lo ha comunicato il ministro della difesa Arnaldo Forlani, con una nota ufficiale. La decisione è stata presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far sì che i militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali».
Questo accadeva nel 1976 all’indomani della terremoto del Friuli del quale molti di noi portano sensazioni e paure ancora oggi.
Di tutt’altro tono il proclama che arriva da Napolitano e della classe politica istituzionale, giustificando lo sperpero di denaro per un evento futile in questo momento, negandolo alle zone terremotate, giustificando questo delirio con il senso di una unità nazionale (a parte Lega Nord per lo spirito secessionista non certo per sensibilità umana; i padani doc non sanno, probabilmente, che l’Italia appartiene all’estremo nord della placca africana la quale, a sua volta, spinge contro quella europea ed il confine geologico sono le alpi), in antitesi, di fatto, a ciò che la Nazione intera (cittadini, giornalisti, intellettuali) chiede, cioè di annullarla.
L’inutilità della Parata del 2 giugno è da tempo messa in discussione da più parti, soprattutto non si capisce perché, nel 2012, più che festa della Repubblica, cioè della cosa pubblica , rimanga nei fatti la festa dell’Esercito, ossia la minima parte del tessuto sociale italiano, residuato della cultura fascista.
Si farà e sarà, dicono, dedicata ai morti dell’Emilia; operai morti per colpa di costruttori avidi che hanno cercato più il guadagno che la sicurezza delle strutture, sulle vittime di persone rimaste intrappolate sotto le macerie delle proprie case e di sacerdoti nelle loro parrocchie, al di la  di come la si pensi, vittime innocenti.
Come mai terremoti in pianura padana? Come mai tante vittime? Tante cascine sono crollate, uccidendo non solo esseri umani, ma che animali, ma come mai strutture moderne sono cadute per la furia della natura?
Ci hanno detto sempre che questa parte d’Italia era sicura, tranquilla dal punto di vista tellurico. Poi si scopre che nel 1500 nella stessa zona vi fu un devastante terremoto e che lo sciame sismico durò un anno; si scopre che la pianura fu scrupolosamente mappata nelle sue viscere nell’età d’oro delle ricerche petrolifere, cioè anni ’50-60, e che si conoscono dettagliatamente tutti i sgreti degli stati profondi comprese le faglie. Forse si dimentica che i Colli Euganei in Provincia di Padova sono di origine vulcanica ed i paesi da quelle parti sono noti per le Terme, che la terra fuma indice di attività.
Eppure le mappe ufficiali dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ci hanno classificato di basso rischio.
A me sembra di rivivere il dramma del Vajont, tutti sapevano, nessuno ha fatto nulla per evitare il dramma.
Da queste considerazioni, dalle evidenti molteplici colpe (costruttori, profitti individuali, ragion di stato) mi chiedo se è giusto ancora una volta inchinarci di fronte alla ragion di stato.  Lancio un appello a tutte le persone sensibili: boicottiamo i festeggiamenti del 2 giugno, impegnandoci in prima persona per le popolazioni che hanno subito la negligenza dello Stato, consapevoli che in ogni momento tutti noi possiamo essere al loro posto.
Chiedo al nuovo Sindaco, sig. Pizzarotti, che Parma non aderisca ad una festa inutile, in segno di solidarietà e vicinanza alle persone in difficoltà nelle zone terremotate.

Fabio Malandra (A)

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