lunedì 2 dicembre 2013

Comunicato di solidarietà



'l'USI-PR e il gruppo FAI Antonio Cieri esprimono la propria solidarietà ai compagni che oggi manifestavano presso Iren Parma e sono poi stati portati in questura a sirene spiegate con un esagerato spiegamento di forze da parte della polizia della questura di Parma. La richiesta era l'incontro di un dirigente per la garanzia di un chilovatt e acqua per chi non riesce a pagare le bollette e attualmente invece subisce un distacco immediato di tutte le utenze, trovandosi così in totale mancanza del minimo necessario per vivere dignitosamente.
Non solo nessuno ha incontrato i manifestanti ma sono state addirittura mandate camionette e manganelli contro manifestanti pacifici e coraggiose donne straniere, in alcuni casi anziane malate, attualmente in ospedale per le percosse. La violenza repressiva dello stato a servizio di chi fa pagare con le tasse i debiti e privatizza i profitti. '





RIPORTIAMO INTEGRALMENTE IL COMUNICATO DEI COMPAGNI DI "RETE DIRITTI IN CASA PARMA":


Venerdì 29 novembre si è tenuto un altro importante passaggio di lotta a Parma.
Nella mattinata circa un centinaio di persone tra attivisti dell’Assemblea permanente No Inceneritori, famiglie sotto sfratto e militanti della Rete Diritti in Casa si sono dati appuntamento presso la sede cittadina di Iren, la multiutility che gestisce oltre ai rifiuti e all’inceneritore anche  le erogazioni di acqua, luce e gas.
L’obbiettivo comune dei manifestanti, oltre alla lotta contro l’inceneritore, era di denunciare i continui distacchi delle utenze per gli utenti in morosità incolpevole e l’esosità delle tariffe applicate da IREN che a Parma tra l’altro è monopolista per quanto riguarda l’erogazione dell’acqua. Da quando si è assistito alla trasformazione delle ex municipalizzate in SPA si è avuto un continuo aumento delle tariffe che ha reso insostenibile l’accesso per tante persone a servizi fondamentali oggi gestiti nell’esclusivo interesse d’impresa con l’unico criterio del profitto.
Le rivendicazioni sono chiare e limpide:
L’avvio immediato di una moratoria sui distacchi per morosità colpevole;
L’introduzione di nuovi piani tariffari, tariffe sociali e sistemi etici di rateizzazione dei pagamenti sviluppati tenendo conto del reddito e della composizione dei nuclei famigliari, al fine di garantire il diritto d’accesso ai servizi senza penalizzare ulteriormente i soggetti più deboli.  
L’erogazione di un servizio minimo garantito di utenze a tutti (50 l di acqua giornalieri per abitante, come stimato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, 1 kw di elettricità e gas in base alla metratura) a salvaguardia della sussistenza e della dignità della persona, oltre che della salute e dell'igiene pubblica.
Lo stop alla privatizzazione di servizi indispensabili per la sopravvivenza, verso una gestione sotto il controllo popolare diffuso con strumenti di democrazia diretta, seguendo la volontà espressa chiaramente dal referendum contro la privatizzazione dell’acqua.
Il presidio è stato vivace e combattivo, al megafono si sono susseguiti diversi interventi di persone che hanno espresso la loro rabbia per la grave situazione economica che li costringe a subire sfratti e tagli alle utenze.  . I manifestanti chiedevano un incontro urgente con uno dei dirigenti IREN, per  fissare l’avvio di un tavolo di confronto, a fronte della disponibilità espressa telefonicamente dal presidente della commissione ambiente del Comune. Da parte di Iren c’è stata una chiusura totale a questa richiesta e, provocatoriamente, qualcuno dei vertici ha anche disposto la chiusura degli sportelli nonostante la normale attività non fosse comunque impedita. Alle 14,15 , poco dopo la chiusura dell’apertura al pubblico della sede, uno sproporzionato dispiegamento di forze di polizia(praticamente tutte le forze in servizio a Parma) e di alcuni carabinieri ha prelevato a forza i componenti del presidio che hanno deciso di resistere caricandoli su diversi mezzi per poi trasferirli a sirene spiegate in questura. Per tre donne sotto sfratto si è reso necessario il ricovero all’ospedale, una per un malore, altre due per botte prese dai poliziotti che le hanno poi piantonate in ospedale.
Per tutti identificazione, foto segnalazione e impronte digitali oltre a denuncia per interruzione pubblico servizio,invasione di edifici, manifestazione non autorizzata e violenza privata.  Le valutazioni politiche sul quanto accaduto è per noi  chiaro: . l’intervento sproporzionato rispetto ai fatti si spiega con il fatto che il questore ha avuto indicazioni precise di dare una “lezione” ai movimenti che a parma stanno lievitando e che sono attivi su più fronti con crescente consenso sociale. C’è un’evidente paura che la questione sociale e relativo conflitto diventino realtà potente e lor signori vorrebbero fermare con queste patetiche intimidazioni lo sviluppo e la diffusione a diversi ambiti (dalla casa ai servizi al lavoro) delle lotte.
 Una valutazione a parte deve essere fatta anche sull’obiettivo scelto dai manifestanti: l’IREN. Questa multinazionale dei servizi che specula su bisogni essenziali alla vita di tante persone gode evidentemente degli appoggi giusti a difesa dei propri sporchi interessi. Pensiamo di aver toccato il tasto giusto affrontando per la prima volta anche la questione dei servizi ex municipalizzati (che si unisce alla lotta contro l’inceneritore). Riteniamo che l’isterica reazione a un presidio determinato ma pacifico sia dovuta al fatto che i capi della SPA non gradiscono affatto l’apertura di un altro fronte che rischia di avere un consenso diffuso visto che i continui  rincari sulle bollette riguardano tutti, dai disoccupati ai lavoratori. Noi  auspichiamo che questo fronte di lotta si estenda : IREN controlla i servizi anche di Reggio Emilia Piacenza, Modena, Genova e Torino e praticamente tutte le città hanno privatizzato le ex municipalizzate. La lotta per il reddito, anche se indiretto, passa anche da qui e si connette con le lotte contro le privatizzazioni, offrendo, come per la lotta per la casa, non poche possibilità di ricomposizione.

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