fonte: Rosso Parma, http://www.rossoparma.com/index.php/2016-02-15-14-30-47/politica-citta/823-1-maggio-festa-dei-lavoratori-il-corteo-usi-ait-riporta-la-civilta-in-una-via-toscana-violata-dalla-barbarie
E’ successo. Ci hanno lavorato con impegno per nove duri anni, ed è successo: il corteo dell’ Usi Ait, sindacato di area anarchica ma in generale conflittuale ed esterno all’accordo sulla rappresentanza, ha superato numericamente quello organizzato da Cgil, Cisl e Uil. E’ ovvio che a spingere all’impegno i sindacalisti di via Testi 2 non ci sia stata una rivalità da “garetta”, ma è altrettanto evidente che non si possa non abbinare al dato numerico anche un giudizio politico da parte dei lavoratori: i 120-150 componenti del corteo della triplice rappresentano forse anche la solitudine della linea Camusso, di segretari cittadini, di funzionari, di addetti stampa più o meno ufficiali, e di tutti quelli pagati per stare “da quelle parti”, a fronte di una posizione difensiva non amata e non condivisa. Discorso opposto appunto per l’Usi Ait: iniziative sempre “sul tema”, responsabilizzazione del lavoratore, forte caratterizzazione antifascista, deciso inserimento dell’azione sindacale in un più ampio quadro politico. Nessuna gioia per il crollo di un fronte sindacale, ma un chiaro compiacimento per la gratificazione raccolta da gente che si spende gratis e da tutta una vita per chiunque ne abbia bisogno.
LA CRONACA: Il corteo si forma dopo una abbondante colazione offerta dai produttori a chilometro zero della Mercantineria, rigorosamente “bio” e quindi buonissima. Fuori tira un’acqua che Dio la manda , la sede dell’Ateneo Libertario consente di tirare fuori spolverini e giacchette: si marcia ugualmente, pioggia o non pioggia. Il corteo , come annunciato nella conferenza stampa di presentazione non partirà dal centro: nel quartiere hanno aperto una sede le “ponghe”, come affettuosamente a sinistra vengono chiamati i neofascisti, è importante rassicurare i cittadini.
I sindacalisti e i lavoratori prendono quindi via Testi in direzione di via Toscana, intonando i cori della tradizione operaia e sventolando le bandiere rosse e e rossonere (colori, questi, della tradizione anarchica. Arrivati in prossimità della nuova sede di un’organizzazione di estrema destra, uno stop per esprimere due concetti politici sul tema, sulla sua contiguità con il “sistema” che vorrebbero contestare, e di cui sono figli legittimi. Ma non ci si ferma che pochi istanti “perché non vogliamo riservare a gente come quella troppa immeritata attenzione: noi siamo qui per i parmigiani che risiedono in zona”, dirà tra le altre cose uno dei sindacalisti intervenuti.
Il corteo prende poi per via Saffi, percorre borgo Colonne e si dirige al vecchio carcere di Parma: c’è la targa dedicata adAntonio Cieri da commemorare, e il discorso “ufficiale” (non nel senso che sia stato formale, ma nel senso che rappresentava un po’ il sentire dell’organizzazione nel suo insieme) tenuto da Francesco Fricche, dell’ Usi di Roma. Fricche, peraltro, spiega molto bene quale sia il grado di gratuità ed etica dei neofascisti, ricordando i legami economici tra l’allora sindaco di Roma Alemanno (uno che con #MafiaCapitale tornerà a far parlare di se) e l’organizzazione di uno che di mestiere fa il sosia di Osho. Ce n’è anche per la Cgil, “che ha ridotto la festa dei lavoratori a poco più che un concerto”. Non è proprio così, ma il concetto merita certamente una riflessione di fondo sulla funzione del sindacato e sulla involuzione contenutistica in senso generale. Soprattutto in una città come Parma, che ha visto l’ex segretaria della Cgil Patrizia Maestri non solo votare ma addirittura licenziare in Commissione Lavoro il job act.
Di tutto il discorso molti hanno potuto seguire la diretta streaming, che assieme ad altri spezzoni di mattinata potete trovare sul profilo twitter @RossoParma . Il gruppo torna alla sede dell’ Ateneo Libertario, ad attenderli c’è la seconda parte della giornata, il pranzo del 1 maggio, che vista la prepotenza di Giove Pluvio viene tenuta in Casa Cantoniera. La Festa dei Lavoratori ( e non "del lavoro"...è diverso!) del 2016 passa agli archivi con alcune considerazioni politiche portanti: la primaracconta di una Usi Ait ormai centrale, in città, nella narrazione sindacale non confederale. La seconda di un fronte della sinistra “non rosé” che va accrescendo la partecipazione ( e senza disobba, che non si sono fatti proprio vedere!) dopo un paio di anni di onesta debolezza e fragilità. La terza è che un sindacalismo gratuito, ideologico e platealmente schierato non solo è possibile, ma è anzi necessario per una contrattazione non difensiva e rivendicativa. Concetti desueti? A vedere come si è svolto questo 1 maggio non si direbbe proprio.
I sindacalisti e i lavoratori prendono quindi via Testi in direzione di via Toscana, intonando i cori della tradizione operaia e sventolando le bandiere rosse e e rossonere (colori, questi, della tradizione anarchica. Arrivati in prossimità della nuova sede di un’organizzazione di estrema destra, uno stop per esprimere due concetti politici sul tema, sulla sua contiguità con il “sistema” che vorrebbero contestare, e di cui sono figli legittimi. Ma non ci si ferma che pochi istanti “perché non vogliamo riservare a gente come quella troppa immeritata attenzione: noi siamo qui per i parmigiani che risiedono in zona”, dirà tra le altre cose uno dei sindacalisti intervenuti.
Il corteo prende poi per via Saffi, percorre borgo Colonne e si dirige al vecchio carcere di Parma: c’è la targa dedicata adAntonio Cieri da commemorare, e il discorso “ufficiale” (non nel senso che sia stato formale, ma nel senso che rappresentava un po’ il sentire dell’organizzazione nel suo insieme) tenuto da Francesco Fricche, dell’ Usi di Roma. Fricche, peraltro, spiega molto bene quale sia il grado di gratuità ed etica dei neofascisti, ricordando i legami economici tra l’allora sindaco di Roma Alemanno (uno che con #MafiaCapitale tornerà a far parlare di se) e l’organizzazione di uno che di mestiere fa il sosia di Osho. Ce n’è anche per la Cgil, “che ha ridotto la festa dei lavoratori a poco più che un concerto”. Non è proprio così, ma il concetto merita certamente una riflessione di fondo sulla funzione del sindacato e sulla involuzione contenutistica in senso generale. Soprattutto in una città come Parma, che ha visto l’ex segretaria della Cgil Patrizia Maestri non solo votare ma addirittura licenziare in Commissione Lavoro il job act.
Di tutto il discorso molti hanno potuto seguire la diretta streaming, che assieme ad altri spezzoni di mattinata potete trovare sul profilo twitter @RossoParma . Il gruppo torna alla sede dell’ Ateneo Libertario, ad attenderli c’è la seconda parte della giornata, il pranzo del 1 maggio, che vista la prepotenza di Giove Pluvio viene tenuta in Casa Cantoniera. La Festa dei Lavoratori ( e non "del lavoro"...è diverso!) del 2016 passa agli archivi con alcune considerazioni politiche portanti: la primaracconta di una Usi Ait ormai centrale, in città, nella narrazione sindacale non confederale. La seconda di un fronte della sinistra “non rosé” che va accrescendo la partecipazione ( e senza disobba, che non si sono fatti proprio vedere!) dopo un paio di anni di onesta debolezza e fragilità. La terza è che un sindacalismo gratuito, ideologico e platealmente schierato non solo è possibile, ma è anzi necessario per una contrattazione non difensiva e rivendicativa. Concetti desueti? A vedere come si è svolto questo 1 maggio non si direbbe proprio.
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