Passaggi di fascia delle figure non mediche, una farsa diretta dai sindacati rappresentativi collusi con i governi.
Prendiamo atto della protesta che in questi giorni investe l’Ospedale Maggiore di Parma, dopo la pubblicazione delle graduatorie dei passaggi di fascia, ossia la progressione economica, determinata da fattori come l’anzianità di servizio, la quota crediti ECM obbligatori annui, il giudizio delle coordinatrici. Dall’ 1.1.2015 sono venuti meno i vincoli e congelamenti dei trattamenti economici già disposti dall’art. 9 del D.L.vo n. 78/2010, convertito nella Legge n.112/2010, non essendo state ulteriormente prorogate dalla Legge n. 190/2014 (Legge di stabilità 2015).
Questo sistema di valutazione, voluta prima dal Governo Berlusconi, nella persone dell’ex Ministro Brunetta (la famigerata legge contro i “fannulloni”), ripresa poi dall’ex Ministro Fornero del Governo Monti, integrata dal Governo Renzi con introduzione degli aumenti sul ticket e su esami diagnostici strumentali (tac, risonanza magnetica etc…), avallata dall’intesa dei principali Sindacati CGIL-CISL-UIL-FIALS-FSI, includendo anche USB o ciò che ne rimane, hanno rafforzato la distruzione del SSN, il sistema “meritocratico”, il Welfare iniquo e distante dalla sicurezza professionale.
Tutte le componenti sopraindicate, colluse tra loro, stanno portando il SSN verso il disastro, incentivando la Sanità privata, il settore assicurativo, e gonfiare i portafogli dei Dirigenti Aziendali.
Tutte le componenti sopraindicate, colluse tra loro, stanno portando il SSN verso il disastro, incentivando la Sanità privata, il settore assicurativo, e gonfiare i portafogli dei Dirigenti Aziendali.
USIS (Unione Sindaca Sindacale Italiana – AIT settore Sanità pubblica e privata sez. di Parma) da anni denuncia le politiche dei vari governi e la collusione dei Sindacati Tradizionali, soprattutto a livello locale: presidio presso Ospedale Maggiore, volantinaggi, scioperi, comunicati stampa, azioni rimaste inascoltati e ignorate. USIS, sindacato che si ispira ai valori anarco-sindacalisti, diretti discendenti di quell’USI, unico sindacato dichiarato “fuori legge” e perseguitato durante il ventennio fascista e ricostituito dopo il 1945, non si presenta alle elezioni delle RSU, perché convinti che la conflittualità vada canalizzata nei reparti, che rifiuta la decentrazione e la delega, perché siamo lavoratori e sindacalisti nel posto di lavoro in prima linea, che rifiutano la contrattazione fatta di compromessi a discapito dei lavoratori, è l’unico Sindacato che senza scheletri nell’armadio, è solidale con la protesta delle lavoratrici e lavoratori che oggi protestano.
La protesta non basta, crediamo che la rabbia vada canalizzata in azione sindacale collettiva, e per questo siamo disposti a parlarne, senza obbligo di tessera, poiché essa non è solo una firma e un pagamento, ma un impegno di ogni singolo nella quotidianità professionale e lavorativa.
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