Il caso di Roma, riguardo l'approvazione da parte della giunta comunale, per dedicare una strada alla memoria di Giorgio Almirante, il gerarca fascista e razzista, antisemita e fucilatore di partigiani, è diventato un caso nazionale.
Il sindaco Raggi, il 20 giugno 2018, presenterà una mozione a suo nome con l'intento di annullare tale decisione. Bene, caso finito per tutti: ma siamo sicuri?
Le motivazioni, giustificazioni, portare dalla Raggi sono "io non sapevo", "i miei consiglieri sono giovani e non conoscono chi era Almirante". Un po debole, a mio avviso, la difesa, sopratutto se si pensa che si tratta di un Sindaco non di una frazione della più remota provincia d'Italia, ma parliamo della capitale, di Roma. In secondo luogo, vene da chiedersi chi hanno eletto i cittadini romani a rappresentarli, persone che non conoscono la storia, o fanno finta, intenti, forse, più a farsi belli con selfie o dirette streeming, tralasciando che a Roma tutto è iniziato, tutto è finito per iniziare di nuovo.
Possibile, dico io, che non si conosca la storia del nostro paese, come si possa dire che si esclude un ventennio solo perchè sono passati 60 anni. Questo non è revisionismo è ignoranza di comodo, per alleanza di giunta con Fratelli d'Italia, che loro si, sanno chi era Almirante.
Non mi voglio soffermare sul plauso di Alemanno, che se la Raggi non lo sa, la informo che era il pupillo del gerarca, e vi sono foto storiche nel web che confermano ciò che dico.
un giovane Alemanno stile camice nere, o blocco studentesco di oggi, con Giorgio Almirante
Alemanno oggi
Purtroppo, il caso Roma è l'ultimo di una lunga serie di atti di santificazione del personaggio in questione, una lunga e taciuta serie di dediche ed esaltazione del fascismo che, tramite approvazioni di delibere comunali, intitolano strade al gerarca.
Ho provato ad immettere "via Giorgio Almirante" su Google Maps, e se volete conferma vi esorto a provare anche chi leggerà questo scritto.
Bene il risultato è sorprendente e vomitevole: via Giorno Almirante è diffusissima in Italia:
Pescantina (VR), Rieti, Pomezia, Velenzano (BA) Vigasio (VR) Altamura, Monte Silvano (PE) Trani, Frignano (PE) Foggia, Fiumicini, Noventa Vincentina (VI), Falri (VT) San Marco Lamis (FG) San Severo (FG), Molfetta (BA), San Marco Capua Venere (SA), Aversa (CE), Acqua Viva delle Fonti (BA).
Mi sono fermato disgustato.
Giorgio Almirante
Come è possibile che nessuno, mai nessuno sia insorto, o meglio, abbia inizialmente alzato la voce, per poi acconsentire alla realizzazione della restaurazione del ricordo, o meglio, dell'esaltazione del fascismo tramite quella persona?
Penso quindi vi siano dei colpevoli in tutto questo: i vari ministri dell'istruzione che in tutti questi anni, 60, hanno evitato un approfondimento e taciuto la verità sul fascismo e dei personaggi, primi attori del regime, che ne sono sopravvissuti.
Sono colpevoli i partiti che hanno acconsentito che i suddetti personaggi potessero continuare la propaganda fascista e hanno fatto in modo che oggi i neofascisti della lega, forza nuova, casa pound, siano al governo.
Sono colpevoli i partiti istituzionali, di governo e non, che hanno spianato la strada in questi ultimi 60 anni all'instaurazione di un fascismo istituzionale.
La seconda domanda che mi pongo è dove sono gli antifascisti, le associazioni Partigiane, gli antagonisti, i democratici.
Allora cominciamo a rispolverare un po' di storia: chi era Almirante, cos'era MSI, per capire Fratelli d'Italia, Casa Pound, Forza Nuova, Lega.
Fscista della peggior razza, un razzista, un antisemita, un fucilatore di partigiani. Almirante nasce a Salsomaggiore, nel 1914. Studente universitario entra, giovanissimo, nei GUF (Gruppi universitari fascisti) e scrive sul giornale ultrareazionario “Tevere”, del “ fascistissimo ” Telesio Interlandi. Nel 1938 il suo zelo mussoliniano lo porta a divenire caporedattore del “Tevere” e segretario della redazione dell’inquietante e ultra razzista rivista “Difesa della Razza”, nelle quali pagine si teorizzava la liceità degli stermini e dei genocidi contro “le razze umane inferiori”. Quando l’Italia entra nella Seconda Guerra Mondiale, Almirante (il padre “nobile” di Ciccioli e tutta l’altra brutta compagnia) parte – naturalmente – volontario per l’Africa Settentrionale, a sterminare “ i neri ”, a tentare – lui, servo dell’imperialismo – di issare nelle terre africane la bandiera dell’imperialismo italiano. Dopo l’8 settembre, l’armistizio, sceglie la via mussoliniana e hitleriana dell’Italia di Salò e Fernando Mezzasoma – fascistissimo anche lui e ministro della cultura popolare della cosiddetta Repubblica Sociale Italiana – lo elegge capo di gabinetto nel proprio ministero. E’ in questa veste di capo di gabinetto che Almirante si distingue nella sua azione assassina volta alla repressione nazifascista della Resistenza, firmando ordini di fucilazione dei partigiani. Innamoratosi perdutamente dell’azione sanguinaria contro la Resistenza, Almirante, nel novembre del 1944, lascia il ministero e si arruola nelle bande fasciste che danno la caccia ai partigiani; partecipa a molte spedizioni “nere”, tra le più famose quella della Val d’Ossola. Ma il 25 aprile arriva anche per lui, che dopo la vittoria della lotta di Liberazione entra in clandestinità. Una clandestinità breve, dalla quale esce grazie alla tolleranza democratica e dal forse troppo rapido “perdono” delle forze antifasciste. Dopo un solo anno di clandestinità, infatti, Almirante torna a Roma ( autunno del ’46) dove è tra i protagonisti della fondazione del MIUS ( Movimento Sociale Italiano di unità sociale, partito fascista e repubblichino). Nel dicembre del ’46 fonda, con le anime nerissime Pino Romualdi e Augusto De Marsanich, il MSI, il nuovo partito fascista, incredibilmente ricostituitosi a poco più di un anno dalla Liberazione. Già dal 1947 Almirante è segretario nazionale del MSI. Da allora sino alla propria morte (22 maggio 1988) rimane il leader indiscusso del MSI e dell’estrema destra italiana; è a capo degli scontri di piazza che i fascisti organizzano per anni contro i comunisti, la CGIL, contro l’intero movimento del ’68, contro il movimento operaio e le forze democratiche; svolge un ruolo attivo, infido e inquietante in tutta la fase italiana dello “stragismo”, quando per anni, attraverso le stragi, la destra italiana e le aree reazionarie degli apparati militari e dei servizi segreti, tentano di erodere gli assetti democratici, creare il caos e l’allarme sociale al fine di provocare l’intervento militare e la dittatura di destra, in stile greco e cileno, fascismi ai quali Almirante e i suoi uomini, totalmente e sguaiatamente, si rifanno.
a Fiuggi nel 1994 nasce, dalle ceneri di MSI, Alleanza Nazionale (AN) guidata da Gianfranco Fini. I fascisti si camuffano da buonisti, il culmine fu la visita di Fini al museo della Shoa a Gerusalemme, una farsa rispetto ben orchestrata per cercare di cancellare il passato antisemita, che nonostante le tutto si è rvelata efficace e che dura tutt'ora.
Nel febbraio 2014 nasce il Partito Fratelli d'Italia, della Meloni, ma nel simbolo mantiene, come in AN la fiamma dell'MSI.