fonte: http://www.huffingtonpost.it/2014/10/11/arin-mirkan-assedio-di-kobane-voci-italiane_n_5969800.html?utm_hp_ref=italy
"E che ti devo dire?". Si sentono due voci italiane nel video che celebra le gesta di Arin Mirkan, la giovane combattente diventata leggendaria pochi giorni fa. Il comandante Mirkan, madre di due bambini, aveva preferito farsi saltare in aria ccidendo un numero imprecisato di jihadisti alle porte della città di Kobane. Ha cercato di sfuggire al martirio che le avrebbero inflitto gli islamisti, stuprandola prima di ucciderla.
A quanto pare con lei e le milizie dello Ypg, le "Unità di difesa curde", ci sarebbero anche due italiani. Proprio nei primi minuti del filmato pubblicato su Youtube una settimana fa si sente una voce siciliana che dice "E che ti devo dire?". I volti non sono identificabili. Resta il fatto che il video potrebbe essere la prova che la resistenza Curda sia composta anche da un certo numero di occidentali. Quattro giorni fa la stampa anglosassone aveva segnalato la presenza di tre o quattro americani tra i combattenti curdi di Qamishli (sempre in Siria) e Kobane. Ma sino ad ora non erano giunte segnalazioni circa volontari italiani.
Sono almeno 554 le persone morte a Kobane dal 16 settembre, giorno in cui iniziò l'offensiva jihadista per conquistare l'enclave curda nel nord della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che almeno 20 delle vittime sono civili, 17 dei quali sono stati giustiziati dagli jihadisti e 4 di essi sono stati decapitati. L'Isis conta 298 perdite: combattenti morti in scontri, imboscate dei miliziani curdi e bombardamenti della coalizione internazionale a guida Usa. Sono invece 236 i combattenti curdi morti. L'Osservatorio non ha escluso che il numero delle vittime possa essere superiore alle cifre accertate.
Intanto prosegue la battaglia a Kobane tra gli jihadisti dello Stato islamico e i peshmerga che difendono la città curda in territorio siriano, al confine con la Turchia. I miliziani sunniti, rallentati dai raid aerei della coalizione, hanno sferrato un nuovo attacco all'alba da diversi fronti e stanno tentando di accerchiare i curdi, rimasti a corto di munizioni ed equipaggiamenti. La conquista di Kobane da parte dell'Isis provocherebbe un "massacro di civili", ha avvertito l'inviato Onu in Siria, Staffan de Mistura, sottolineando che 12mila persone sono ancora nella zona o nel centro della città, controllato ancora dai peshmerga.
L'attacco all'alba è durato 90 minuti, durante i quali i miliziani islamici hanno colpito con artiglieria pesante per indebolire ulteriormente le difese curde prima del blitz finale. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che gli jihadisti dopo il blitz si sono ritirati, mentre la coalizione effettuava altri due raid aerei, a est e a sud della città. Gruppi di peshmerga stanno inoltre tentando di attaccare i miliziani lungo la linea del fronte.
I bombardamenti aerei sono stati intensificati negli ultimi giorni, ma il Pentagono ha riconosciuto che l'offensiva può avere solo un effetto limitato sugli jihadisti, senza un supporto di truppe di terra che la Turchia rifiuta di inviare. Colloqui sono in corso tra Washington e Ankara e il generale americano John Allen, che si occupa di coordinare la coalizione anti-Isis, ha riferito che ci sono stati "progressi" al termine di due giorni di negoziati nella capitale turca.
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