CASA ANARCHICA si prefigge di essere parte dell'espressione libertaria in Parma e Provincia, redatto dai compagni del Gruppo Anarchico Antonio Cieri. "L’Anarchia, al pari del socialismo, ha per base, per punto di partenza, per ambiente necessario, l’eguaglianza di condizioni; ha per farlo la solidarietà; e per metodo la libertà". (Errico Malatesta)
sabato 22 ottobre 2011
I 40 ANNI DI CHRISTIANIA, CITTA' ANARCHICA, I NOSTRI AUGURI
Christiania, nota anche come Città Libera di Christiania, è un quartiere parzialmente autogovernato della città di Copenaghen, Danimarca, che ha stabilito uno status semi-legale come comunità indipendente.
Christiania venne fondata nel 1971, quando un gruppo di hippie occupò una base navale dismessa alle porte della capitale danese costituita da edifici militari abbandonati. Una delle persone più influenti del gruppo era Jacob Ludvigsen, che pubblicava un giornale anarchico, che annunciò ampiamente la proclamazione della Città Libera, in danese Fristad. Per anni lo status legale della zona è rimasto avvolto nel limbo, mentre il governo danese tentò, senza successo, di rimuovere gli occupanti.
Più di una cinquantina di collettivi diversi esercitano attività artigianali, culturali, teatrali ecc. Christiania ha il suo asilo, la panetteria, la sauna, la fabbrica di biciclette, la tipografia, la radio libera, degli atelier di restauro, il cinema, bar, ristoranti, luoghi di spettacolo.
Famosa per la sua via principale, nota come Pusher Street, dove l'hashish viene venduto da chioschetti. Christiania ha comunque delle regole che vietano le droghe pesanti. Christiania ha negoziato un accordo con il ministero della difesa danese (che è ancora proprietario del terreno) nel 1995, e i residenti non pagano tasse.
Il futuro di Christiania rimane incerto, in quanto le autorità danesi continuano a premere per la sua rimozione.
Gli abitanti contrattaccano con l'umorismo o la perseveranza - ad esempio, quando nel 2002 le autorità chiesero che il commercio di hashish venisse reso meno visibile, le bancarelle vennero coperte con dei teli mimetici. Il 4 gennaio 2004, le bancarelle vennero demolite dagli stessi proprietari (senza per questo cessare il commercio della sostanza, che prosegue su base personale) come un modo per persuadere il governo a permettere che Christiania continui ad esistere.
Il 1º gennaio 2006 la città ha perduto il suo statuto speciale di comunità alternativa. Il 19 maggio 2007, a 35 anni dalla sua nascita la polizia ha distrutto uno dei primi edifici, fatto che ha scatenato un vivo conflitto con la polizia.
Il 22 giugno 2011, a quarant’anni dalla fondazione, è stato raggiunto un accordo con i circa 700 abitanti. Il modello elaborato dal ministero della Difesa di Copenaghen prevede infatti il diritto di usufrutto del quartiere occupato e autogestito (circa 35 ettari), a condizione che gli abitanti acquistino attraverso un fondo l’intero complesso residenziale per 76,2 milioni di corone danesi, l’equivalente di circa 10,2 milioni di euro.
giovedì 20 ottobre 2011
Indignati, arrestata Naomi Wolf
La scrittrice femminista finisce in manette per difendere i manifestanti di Occupy Wall Street
Non si ferma la protesta degli Indignati americani. La notizia che oggi ha fatto il giro del mondo però, riguarda un arresto clamoroso tra i manifestanti di Occupy Wall Street: la polizia di New York ha portato via in manette la più famosa delle femministe americane, Naomi Wolf. La scrittrice del best seller Il Mito della Bellezza (il manifesto del femminismo moderno, milioni di copie vendute) è stata arrestata presso gli Skylight Studios, nel quartiere di Manhattan, dove si svolgeva una serata organizzata dall’Huffington Post, in cui è stato premiato il governatore di New York, Andrew Cuomo. Ufficialmente invitata alla serata, la Wolf, che è scrittrice per il sito del giornale, ha difeso all’ingresso il diritto dei manifestanti di usare il megafono per la loro protesta. Incurante delle indicazioni degli agenti di polizia che la invitavano a desistere, la Wolf è stata arrestata insieme ad altri manifestanti.
mercoledì 19 ottobre 2011
Grecia, sciopero generale contro i tagli: scontri ad Atene
fonte articolo: http://www.ilquotidianoitaliano.it/esteri/2011/10/news/grecia-sciopero-generale-contro-i-tagli-scontri-ad-atene-117115.html/
(5 ottobre 2011) ATENE – Dopo mesi di crisi e soluzioni internazionali per scongiurare il default della penisola illenica, la situazione economica della Grecia non accenna a migliorare e questa mattina si è verificato il primo scipero delle imprese pubbliche. Dai mezzi di trasporto cittadini, tranne gli autobus, agli aerei, ai treni, un blocco generale ha paralizzato per la prima volta la nazione. Chiuse per protesta anche le scuole e gli ospedali offrono un servizio limitato alle sole emergenze.
Lo sciopero, si è concretizzato nell’incontro di circa 20 mila dipendenti del settore pubblico nella piazza principale di Atene, piazza Syntagma, davanti al Parlamento. La manifestazione, partita con un corteo pacifico è degenerata, poi, nell’aggressione da parte di alcuni manifestanti, contro le forze dell’ordine preposte in tenuta antisommossa e il lancio, da parte di quest’ultimi, di lacrimogeni. Due i manifestanti feriti.
Lo sciopero è stato lanciato dai due principali sindacati greci che rappresentano le categorie dei lavoratori del settore pubblico e quelli del settore privato, l’Adedy e la Gsee, per contrastare le misure economiche imposte dal governo di George Papandreou.
Quest’ultimo, per rispondere alle richieste imposte dalla comunità europea al risanamento del debito, impone al Paese la drastica necessità dei tagli agli stipendi e gli aumenti delle imposte.
Al fermo delle attività hanno aderito anche gli insegnanti dei vari istituti scolastici, dalle scuole elementari agli atenei, per la mancanza di personale e di libri di testo, oltre gli avvocati e i lavoratori portuali. Il 19 ottobre lo sciopero sarà generale e con i dipendenti statali si fermeranno anche quelli dei privati.
La riforma denominata “lacrime e sangue”, prevede tra le altre restrizioni, tagli a 30mila dipedenti dell’amministrazione pubblica entro fine anno, ridurre gli stipendi del 20% e aumentare e imporre le imposte sulle abitazioni.
Nicoletta Diella
lunedì 17 ottobre 2011
INIZIATA LA CACCIA ALLE STREGHE.
Blitz in tutta Italia: a caccia di anarchici, No Tav e ultras
FONTE: http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/anarco-insurrezionalisti-perquisizioni-in-tutta-italia-dopo-gli-scontri-a-roma-986428/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blitzquotidiano+%28Blitzquotidiano%29ROMA – Vasta operazione su tutto il territorio nazionale, di Polizia e Carabinieri con perquisizioni e controlli negli ambienti degli anarco-insurrezionalisti e dell’estremismo più radicale. L’operazione, coordinata tra Polizia e Carabinieri, iniziata all’alba di lunedì, fa seguito ai gravi incidenti avvenuti a Roma nel corso della manifestazione degli indignati sabato scorso.
Domenica sei persone sono state fermate a Firenze mentre rientravano a Roma. Poi sono state rilasciate. I giovani viaggiavano su un furgone, dentro al quale è stato trovato “materiale utilizzato probabilmente durante gli scontri nel corso della manifestazione di sabato”.
Gli agenti della Polstrada gli hanno trovato in tasca anche alcuni scontrini di esercizi romani e biglietti della metropolitana. Dopo averli identificati e scoperto che tutti appartenevano ad ambienti vicini all’area anarchica, gli agenti della Polstrada li hanno scortati fino a Firenze Nord dove il camper e’ stato perquisito.
Dopo l’indignazione e la condanna, la parola passa alle forze dell’ordine e la magistratura. A Milano polizia e carabinieri hanno eseguito almeno sei perquisizioni tra esponenti dell’ex “Bottiglieria”. A casa di un giovane sarebbero state trovate una fionda e alcune bombolette. L’attenzione degli investigatori si sarebbe concentrata, in particolare, su indumenti che potrebbero portare all’identificazione degli autori degli scontri.
Inoltre si cercano armi, oggetti contundenti e materiale esplosivo. Se si trovassero riscontri, potrebbe scattare l’arresto in flagranza. Stessa situazione a Napoli e provincia che però ha visto la polizia entrare anche in appartamenti degli ultrà del Napoli e degli esponenti di “Insurgencia”. A Roma le forze dell’ordine si sono recate da sei appartenenti del “Laurentino okkupato”.
A Padova sarebbe stata perquisita anche la sede di un’associazione, legata al “centro popolare occupato Gramigna”. Oltre che alcune abitazioni degli stessi attivisti. Poi Livorno, Palermo e Teramo. Anche Torino è stata coinvolta nelle indagini. Il capoluogo piemontese ha una lunga tradizione di centri sociali legati all’area anarchica. Così come a Cosenza e Senigallia. A Firenze sono state sequestrate maschere antigas e passamontagna. A Bologna sono stati trovati, tra le altre cose, maschere antigas, fumogeni, paracolpi per gambe e schiena, caschi integrali.
I controlli sono state eseguiti sulla scorta dell’articolo 41 del Testo unico leggi di Pubblica sicurezza secondo il quale “gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, che abbiano notizia, anche per indizio, della esistenza, in qualsiasi luogo pubblico o privato, o in private abitazioni, di armi, munizioni o materiali esplodenti, non denunciate o non consegnate, o comunque abusivamente detenute, procedono immediatamente a perquisizione e sequestro”.
17 ottobre 2011 | 08:25
domenica 16 ottobre 2011
LA VIOLENZA CI ALLONTATA DAL CONSENSO POPOLARE.
Abbiamo assistito ieri a Roma ad una giornata da un lato aggregante, devastante dall'altra. Non siamo qui a giudicare niente e nessuno, ma restiamo convinti che vi è una strada diversa da quella violenta, strada difficile, ma ritenuta da Casa Anarchica percorribile.
La cagion prima della infelice condizione dell’operaio è la schiavitù; la causa di questa è l’esistenza delle leggi. Ora le leggi poggiano sulla violenza organizzata e non si potrà adunque porre rimedio alla condizione dell’operaio se non con la distruzione della violenza organizzata. Ma la violenza organizzata è il governo; e possiamo noi vivere senza governo? Sarà il caos, l’anarchia, la perdita di tutti i risultati della civiltà, il ritorno dell’umanità, alla barbarie primitiva.
Non toccate l’ordine delle cose stabilite, dicono, non solo colui al quale è proficuo quest’ordine di cose, ma colui al quale è manifestamente sfavorevole, e che però, in seguito a una lunga abitudine, non pensa poter vivere senza di quell’ordine.
La distruzione de’ governi, continuano, apporterà, i più gravi danni, violenze, saccheggi, uccisioni e, per terminare, il regno de’ malvagi e la schiavitù de’ buoni. Si potrebbe obiettare che tutti i flagelli che ne minacciano, noi li abbiam subiti e ancora li subiamo. Io mi limiterò a far risaltare che tutti i tumulti e i disordini che potrebbero esser provocati dalla distruzione dell’organizzazione attuale, non provano che tale sistema debba essere necessariamente venire difeso.[…]
La schiavitù degli uomini è la conseguenza delle leggi, e le leggi sono stabilite dai governi. Per liberare gli uomini non c’è che un mezzo: la distruzione dei governi. Ma come distruggerli? Tutti i tentativi fatti sinora in diversi paesi per rovesciare i governi colla violenza, non sono mai riusciti che a sostituire a quelli un nuovo governo, sovente più crudele del primo.
Senza parlare dei tentativi del passato, la distruzione del regime capitalista, la socializzazione dei mezzi di produzione, e l’aumento di un nuovo ordinamento economico, la rivoluzione insomma che i socialisti ci annunziano come prossima si compierà pure, ci dicono, colla violenza organizzata; e, sempre secondo essi dicono, colla violenza converrà mantenere le nuove forme sociali.
Con il tentativo che si farà domani per abbattere la forza colla forza come nelle antiche imprese, non porrà fine sicuramente al regno della violenza, né per questo alla schiavitù degli uomini.
Non potrebbe essere altrimenti. A meno che non siano spinti da collera o da qualche desiderio di vendetta, gli uomini non usano violenza ai loro simili, se non per imporre la loro volontà. Ora, quando gli uomini sono costretti ad obbedire, loro malgrado, ad una altra volontà, essi sono schiavi; e fino a che regnerà la violenza, siccome questa non può venir impiegata che a sottomettere uomini alla volontà d’altri uomini, la schiavitù non avrà cessato d’esistere.
Cercare di combattere la violenza colla violenza, è volere spegnere il fuoco col fuoco, è inondare un paese per abbassare il livello di un fiume, che straripa, è scavare un buco nel suolo per avere terra da colmare un altro.
Ora, per distruggere la violenza dei governi, gli uomini non hanno che un mezzo;quello di non prendere parte a cotesta violenza. Allora, sia difficile o no per gli uomini di astenersi dal contribuire all’opera dei governi, e si prossimo o lontano il giorno in cui il mondo raccoglierà i frutti di cotesta astensione, tutto ciò sarà di poca importanza. Gli uomini non hanno che un mezzo di affrancarsi; devono servirsene. (Questo brano è stato estrapolato da La moderna schiavitù di Lev Tolstj.)
La cagion prima della infelice condizione dell’operaio è la schiavitù; la causa di questa è l’esistenza delle leggi. Ora le leggi poggiano sulla violenza organizzata e non si potrà adunque porre rimedio alla condizione dell’operaio se non con la distruzione della violenza organizzata. Ma la violenza organizzata è il governo; e possiamo noi vivere senza governo? Sarà il caos, l’anarchia, la perdita di tutti i risultati della civiltà, il ritorno dell’umanità, alla barbarie primitiva.
Non toccate l’ordine delle cose stabilite, dicono, non solo colui al quale è proficuo quest’ordine di cose, ma colui al quale è manifestamente sfavorevole, e che però, in seguito a una lunga abitudine, non pensa poter vivere senza di quell’ordine.
La distruzione de’ governi, continuano, apporterà, i più gravi danni, violenze, saccheggi, uccisioni e, per terminare, il regno de’ malvagi e la schiavitù de’ buoni. Si potrebbe obiettare che tutti i flagelli che ne minacciano, noi li abbiam subiti e ancora li subiamo. Io mi limiterò a far risaltare che tutti i tumulti e i disordini che potrebbero esser provocati dalla distruzione dell’organizzazione attuale, non provano che tale sistema debba essere necessariamente venire difeso.[…]
La schiavitù degli uomini è la conseguenza delle leggi, e le leggi sono stabilite dai governi. Per liberare gli uomini non c’è che un mezzo: la distruzione dei governi. Ma come distruggerli? Tutti i tentativi fatti sinora in diversi paesi per rovesciare i governi colla violenza, non sono mai riusciti che a sostituire a quelli un nuovo governo, sovente più crudele del primo.
Senza parlare dei tentativi del passato, la distruzione del regime capitalista, la socializzazione dei mezzi di produzione, e l’aumento di un nuovo ordinamento economico, la rivoluzione insomma che i socialisti ci annunziano come prossima si compierà pure, ci dicono, colla violenza organizzata; e, sempre secondo essi dicono, colla violenza converrà mantenere le nuove forme sociali.
Con il tentativo che si farà domani per abbattere la forza colla forza come nelle antiche imprese, non porrà fine sicuramente al regno della violenza, né per questo alla schiavitù degli uomini.
Non potrebbe essere altrimenti. A meno che non siano spinti da collera o da qualche desiderio di vendetta, gli uomini non usano violenza ai loro simili, se non per imporre la loro volontà. Ora, quando gli uomini sono costretti ad obbedire, loro malgrado, ad una altra volontà, essi sono schiavi; e fino a che regnerà la violenza, siccome questa non può venir impiegata che a sottomettere uomini alla volontà d’altri uomini, la schiavitù non avrà cessato d’esistere.
Cercare di combattere la violenza colla violenza, è volere spegnere il fuoco col fuoco, è inondare un paese per abbassare il livello di un fiume, che straripa, è scavare un buco nel suolo per avere terra da colmare un altro.
Ora, per distruggere la violenza dei governi, gli uomini non hanno che un mezzo;quello di non prendere parte a cotesta violenza. Allora, sia difficile o no per gli uomini di astenersi dal contribuire all’opera dei governi, e si prossimo o lontano il giorno in cui il mondo raccoglierà i frutti di cotesta astensione, tutto ciò sarà di poca importanza. Gli uomini non hanno che un mezzo di affrancarsi; devono servirsene. (Questo brano è stato estrapolato da La moderna schiavitù di Lev Tolstj.)
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