Si punta a chiudere entro Natale
Torino, 30 nov. (TMNews) - Partenza in salita ieri all'Unione industriale di Torino per la trattativa tra Fiat e sindacati metalmeccanici sul nuovo modello contrattuale da applicare negli stabilimenti italiani. Che l'incontro fosse interlocutorio era scontato ma che finisse con una coda di polemiche e dietrologie sullo scontro Fiom-Fiat un po' meno. Davanti all'Unione industriale di Torino sin dal mattino la tensione era palpabile. L'obiettivo è quello di chiudere entro Natale.
In via Fanti erano già presenti un'ora prima dell'incontro operai della Fiom, dei Cobas e dell'Unione sindacati di base, guardati a vista dalle Forze dell'ordine. Dopo l'arrivo del corteo della Fiom, dei lavoratori della Fiat Powertrain Mirafiori e di operai dell'Iveco, alla cui testa c'era Maurizio Landini, leader nazionale dei metalmeccanici della Cgil, è salita la tensione. Lì davanti c'erano già alcuni rappresentanti dei Cobas che cercavano di irrompere nella palazzina dell'Unione, chiedendo di far partecipare al tavolo delle trattative anche i loro rappresentanti. Respinti dalle forze dell'ordine i Cobas hanno poi deciso di fare da 'tappo' all'ingresso della palazzina. Una parte della delegazione della Fiom, tra cui il responsabile nazionale auto Giorgio Airaudo, è rimasta fuori.
La Fiat ha voluto cominciare ugualmente la riunione e a quel punto il leader della Fiom Maurizio Landini e la sua delegazione hanno abbandonato il tavolo. "La Fiom non ha abbandonato la trattativa, è stata la Fiat che non ha garantito la governabilità del tavolo sindacale", preciserà più tardi Landini che non è poi più rientrato al tavolo sindacale.
L'incontro è proseguito con un unico rappresentante del sindacato di Landini a fare da "osservatore", mentre Fiat che in un primo momento si è detta dispiaciuta dell'accaduto, nel pomeriggio ha bollato il mancato ingresso di Landini come pretestuoso.
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