Sfugge, però, che se di vittoria si parla, essa non dovuta alla volontà della fanghiglia partitica e partitocratrica, ma di popolo.
Ha vinto la gente e la saggezza popolare, in uno slancio di rivalsa contro un sistema al collasso, quello non solo italiano, ma mondiale. Si intravede una speranza, quella del risveglio delle coscienze, evento al di sopra delle ideologie, da troppo tempo tenute in letargo o lasciate in balia di eventi emozionali.
Noi di Casa Anarchica chiediamo ai partiti politici, agli oscuri e piccoli personaggi che influenzano la nostra vita in sede istituzionale, naturalmente in negativo perché loro stessi schiavi, di tacere per una volta, di non permettersi di commentare e che siano spettatori passivi del gioire della massa vincente.
Come anarchici, i referendari ci hanno messo in uno sgradevole cul-de-sac: passa il referendum, ma contribuirà ad alimentare illusioni sulla democraticità della nostra società, se non fosse passato sarebbe stata ipotecata la possibilità di far nascere un grande movimento di lotta contro la devastazione ambientale e speculazione sulle risorse. Andare a votare, e votare sì, ha avuto senso solo se dopo il referendum ci si impegnerà, in prima persona, per lo sviluppo di una campagna di lotte, fondate sull’azione popolare diretta, contro tutti i mali e le aberrazioni di questo sistema sociale. Rimarrà, altrimenti, solo un segno su di un pezzo di carta, inutile come tanti altri e buono solo a sgravare false coscienze.
Per coerenza intellettuale alla via anarchica, non per avversità ai quesiti referendari, molti libertari (io compreso), si sono astenuti dal votare, ma eravamo, siamo, saremo a disposizione per continuare lotte civili per migliorare la nostra società.
Nessun commento:
Posta un commento