mercoledì 29 giugno 2011

secondo appuntamento sotto i portici del grano



Parma, 28 giugno 2011, secondo appuntamento di protesta sotto il comune di Parma, dopo la raffica di arresti per tangenti, corruzione e undici arresti eccellenti. Voci di corridoio danno per certo una seconda ondata entro quindici giorni.
Seppur da anarchici poco ci piace la magistratura, non nascondiamo una certa soddisfazione per gli arresti di funzionari di alto livello coinvolti in questo losco giuro di affari. Lo siamo soprattutto per l'ingabbiamento del capo dei vigili urbani, Jacobazzi, giò coinvolto nel caso Bonsu, il ragazzo di origini africane picchiato selvaggiamente dai vigili solo per essere stato nel posto sbagliato, al momento sbagliatoed avere la pelle nera. Al nostro arrivo abbiamo trovato un nutrito gruppo di sbirri, polizia e carabinieri in tenuta antisommossa, i quali incitati dai gerarchi fascisti del PDL Villani e Moine, hanno caricato i manifestanti e son volate manganellate. Diverse le cariche subite, ma non abbiamo indietreggiato, anzi abbiamo tentato due volte di forzare il blocco per entrare negli uffici comunali.
Appuntamento per domani pomeriggio alle 17, per il terzo giorno di protesta.
Comunichiamo che chi volesse recarsi in Valsusa, domenica è a disposizione un pulman.











sabato 25 giugno 2011

Parma si rivolta, anche gli anarchici in piazza tra la gente comune.

 Siamo scesi in piazza anche noi anarchici, a protestastare contro una corruzione politica che non stupisce.
Siamo andati al fianco di cittadini, donne, uomini, pensionati con il libretto della pensione in mano. "Ladri, tutti a casa, dimissioni" queste le frasi più gettonate. Tensione ogni volta che uscivano i personaggi oscuri di maggioranza, comprese le provocazioni del capogruppo PDL, lex MSI-AN il fascista Moine;  ha rischiato di prenderle il solito provocatore istituzionale insieme all'ottavo nano Villani.
E il sindaco? è scappato come una lepre fugge dalla volpe.
foto di Andrea Marsiletti



















martedì 14 giugno 2011

VITTORIA? con l'amaro in bocca!

In queste ore assistiamo al solito carosello di interviste e dichiarazioni dei leader di partito, in merito al raggiungimento del quorum e la schiacciante vittoria dei “SI” in relazione ai referendum.
Sfugge, però, che se di vittoria si parla, essa non dovuta alla volontà della fanghiglia partitica e partitocratrica, ma di popolo.
Ha vinto la gente e la saggezza popolare, in uno slancio di rivalsa contro un sistema al collasso, quello non solo italiano, ma mondiale. Si intravede una speranza, quella del risveglio delle coscienze, evento al di sopra delle ideologie, da troppo tempo tenute in letargo o lasciate in balia di eventi emozionali.
Noi di Casa Anarchica chiediamo ai partiti politici, agli oscuri e piccoli personaggi che influenzano la nostra vita in sede istituzionale, naturalmente in negativo perché loro stessi schiavi, di tacere per una volta, di non permettersi di commentare e che siano spettatori passivi del gioire della massa vincente.
Come anarchici, i referendari ci hanno messo in uno sgradevole cul-de-sac: passa il referendum, ma contribuirà ad alimentare illusioni sulla democraticità della nostra società, se non fosse passato sarebbe stata ipotecata la possibilità di far nascere un grande movimento di lotta contro la devastazione ambientale e speculazione sulle risorse. Andare a votare, e votare sì, ha avuto senso solo se dopo il referendum ci si impegnerà, in prima persona, per lo sviluppo di una campagna di lotte, fondate sull’azione popolare diretta, contro tutti i mali e le aberrazioni di questo sistema sociale. Rimarrà, altrimenti, solo un segno su di un pezzo di carta, inutile come tanti altri e buono solo a sgravare false coscienze.
Per coerenza intellettuale alla via anarchica, non per avversità ai quesiti referendari,  molti libertari (io compreso), si sono astenuti dal votare, ma eravamo, siamo, saremo a disposizione per continuare lotte civili per migliorare la nostra società.

Fabio Malandra Casa Anarchica - Parma

sabato 11 giugno 2011

NON VOGLIAMO LA LAPIDE COMMEMORATIVA DEGLI INFAMI REPUBBLICHINI.

Scriviamo una lettera per la rimozione della lapide dedicata ai Caduti della R.S.I. posta il 2 giugno 2011 nel cimitero della Villetta di Parma, copia e incollando il testo qui sotto e  inviando alle seguenti mail (reperibili sul sito del Comune di Parma) e mettendo ognuno in calce la propria firma.


Al Sindaco Pietro Vignali
Al Vicesindaco Buzzi
Alla Giunta e Consiglio Comunale


La scelta della Giunta del Comune di Parma di approvare una lapide in memoria dei caduti della Repubblica di Salò nel cimitero della Villetta di Parma è inaccettabile.

La scelta “silenziosa” di inaugurare in sordina tale lapide stride con la limpidezza di farlo alla luce del giorno.

La scelta di inaugurarla il 2 giugno, Festa della Repubblica e non della “repubblichina”, con tutta la disponibilità concessa fra gli altri 364 giorni del calendario, denota la volontà precisa e convinta di un gesto di prepotente arroganza.

La scelta del Vice Sindaco Buzzi di rispondere con un “Tutti i morti vanno rispettati” risulta così vaga da apparire volutamente evasiva e menefreghista verso la responsabilità di troppe coincidenze ignorate. E ancora la scelta di giustificarsi in quanto “altre città l’hanno già fatto” non prova che sia cosa onesta replicarlo.

La scelta dell’Assessore Davide Mora di assolversi presente in quanto “a titolo personale”, ammette la più negletta indifferenza dell’individuo a scindere pubblico da privato, in quanto carica politica e quindi pubblica.

La scelta di fare un simile gesto lapidario denuncia tutta la fragilità di chi vorrebbe celebrare i morti di una repubblichina che promise tutto mantenendo solo rovina, senza tenere conto che anche fra quei ragazzi vi fu chi non seppe trovare la via della parte giusta, quella partigiana, della libertà e della futura Costituzione, ma che in questo modo si trova confuso a chi convintamente scelse la parte sbagliata, quella che scelse di negare ciò che oggi gli permette di essere ricordato: la democrazia.

Ognuno ha diritto a celebrare i propri morti, diritto inalienabile. Ma ci sono modi, sensibilità, attenzioni, cautele che distinguono chiaramente l’intenzione sacrosanta di piangere i propri defunti da quella disincantata con la quale l’Amministrazione Comunale di Parma ha sprezzato valori e ideali ai quali anch’essa deve la libertà. In questo modo non si fa un ricordo umano e legittimo dei morti ma il ricordo è in quanto appartenenti alla parte politica della RSI, che si distinse nella feroce repressione antipartigiana al fianco e per conto dei nazisti.
Quindi quella  targa è contro la Repubblica Italiana e la sua Costituzione.
Noi cittadini - orgogliosi della storia antifascista di Parma, Medaglia d’Oro per la Resistenza - non possiamo accettare questa targa commemorativa e pertanto chiediamo che venga rimossa quanto prima per rimediare in fretta a un grave errore che in ogni caso non potrà essere dimenticato.
E’ una vergogna accettare questi indecorosi comportamenti degli amministratori della nostra Città nei confronti della NOSTRA STORIA in un momento in cui spinge un sano vento di rinnovamento e il desiderio di una rinascita culturale e sociale.
Amministratori, come e quale Storia raccontate alle nuove generazioni?

firma mittente

mercoledì 8 giugno 2011

COMUNICATO GRUPPO ANTONIO CIERI / Fai - LAPIDE R.S.I. PARMA





Il gruppo anarchico Antono Cieri/Fai esprime la propria approvazione per la rimozione della lapide commemorante i combattenti della Repubblica Sociale apposta al cimitero della Villetta lo scorso 2 giugno. La messa in posa della lapide da parte dell’amministrazione è stato un vero e proprio oltraggio per tutti gli antifascisti che hanno lottato e lottano per la libertà e l’atto spontaneo compiuto da un giovane antifascista è stata la giusta e diretta risposta di chi non delega ad altri certe decisioni. Mentre i politici dibattevano della correttezza o meno della lapide, una mano la rimuoveva, senza paura e alla luce del sole. Il suo gesto è il nostro gesto, ora e sempre rivendichiamo l’azione politica diretta, ora e sempre anche noi ci dichiariamo antifascisti.
Gruppo Anarchico Antonio Cieri/ Fai

lunedì 6 giugno 2011

REFERENDUM O LOTTA?

fonte: http://usipr.noblogs.org/post/2011/06/05/referendum-o-lotta/




Il 12 giugno si terranno quattro referendum, di cui almeno due di grande e ovvia rilevanza: quello sul nucleare e quello sull’acqua. Rilevanza ovvia visto che si tenta, da parte governativa, di rimettere in discussione la scelta antinucleare (già fortemente espressa dalla maggioranza degli italiani nel 1987) con un recente decreto che prevede “l’introduzione e l’utilizzo di impianti nucleari di terza generazione” e nel secondo, di attuare una vera e propria privatizzazione delle risorse idriche (decreto Ronchi). Si tratta di referendum abrogativi, ovvero per la scelta antinucleare e antiprivatizzazione si dovrà votare sì. I referendum si terranno regolarmente perché sono stati dichiarati ammissibili, anche quello antinucleare, nonostante la moratoria sui processi di nuclearizzazione dichiarata furbescamente dal governo Berlusconi dopo la tragedia di Fukushima, perché di moratoria si tratta e non di rinuncia alle politiche nucleari.
Il rischio, a nostro avviso, non è tanto che i referendum non passino, quanto che non si raggiunga il quorum necessario dei votanti. Infatti, a parte i trucchetti del governo, l’oscuramento mass-mediatico sulla questione è quasi totale e si sa, per molti la realtà è solo quello che veicolano tv e giornali.
Detto questo non ci pare neppure il caso di insistere sulle ragioni dell’opposizione al nucleare e alla privatizzazione dell’acqua. Sono questioni che ci toccano da vicino e che fanno parte dei temi della devastazione ambientale e dell’accaparramento del risorse naturali e su queste crediamo che da parte di molti un minimo di riflessione onesta non possa che condurre ad una opposizione di qualche tipo.
Il problema è piuttosto che rapporto ci sia, in generale, tra le lotte condotte sul campo da popolazioni locali (citiamo solo la Val di Susa  – dove le lotte No-Tav proseguono con radicalità e azione diretta – e Terzigno o altre che si danno o potrebbero darsi contro discariche, inceneritori o smaltimento scorie radioattive o eventualmente la costruzione di nuove centrali) e l’arma referendaria, dunque istituzionale.
Molti libertari sono astensionisti attivi e tuttavia dell’astensionismo non fanno un dogma, ma piuttosto una coerenza con principi in continuazione verificati. E’ anche vero che i referendum non comportano una delega più o meno permanente, ma comunque assegnano ad una pratica istituzionale l’espressione di una supposta volontà popolare. Dunque, se non fosse raggiunto il quorum necessario, anche se prevalessero i sì, il risultato politico reale sarebbe quello di un pesante sconfitta degli anti-nuclearisti e dei fautori dell’acqua bene pubblico. E ciò porrebbe una pesante ipoteca sulla possibilità di sviluppo di futuri movimenti di lotta. Di questo dovrebbero diventare ben consapevoli i sostenitori dell’arma referendaria: non ci sono scappatoie istituzionali, le lotte condotte in prima persona e fondate sull’azione diretta sono l’unica arma dei lavoratori e degli sfruttati, le loro rappresentazioni dislocate nelle urne servono solo ad avvalorare la fandonia che il sistema sociale nel quale viviamo garantisca forme democratiche di espressione della volontà popolare.
I referendari ci hanno messo in uno sgradevole cul-de-sac: se il referendum passa contribuirà ad alimentare illusioni sulla democraticità della nostra società, se non passa sarà ipotecata la possibilità di far nascere un grande movimento di lotta contro la devastazione ambientale e speculazione sulle risorse.

Andare a votare, e votare sì, ha senso solo se dopo il referendum ci si impegnerà, in prima persona, per lo sviluppo di una campagna di lotte, fondate sull’azione diretta, contro tutti i mali e le aberrazioni di questo sistema sociale, altrimenti rimarrà solo un segno su di un pezzo di carta, inutile come tanti altri e buono solo a sgravare false coscienze.

Segreteria nazionale USI-AIT

Festa antifascista 20 ottobre 2018 via Testi 2 ore 18.30

Non è solo una grande festa antifascista, è una chiamata a tutte le forze antifasciste, quelle che si unirono attorno al più alto significa...